Per restaurazione s’intende quel periodo storico che fa seguito al congresso di Vienna. Sgretolatosi l’impero napoleonico le potenze vincitrici di Napoleone Bonaparte col congresso di Vienna, iniziato nel 1814 ,ridisegnarono i confini degli stati europei ristabilendovi il potere dei sovrani assoluti . In Toscana Ferdinando III Asburgo Lorena ebbe il potere assoluto su tutto il Granducato. Nel Granducato di Toscana ,in campo ecclesiastico e religioso, la restaurazione è caratterizzata da un lato dall’azione ferma ed equilibrata di Ferdinando III contro la curia romana che mette in discussione i suoi di ritti procedurali nella nomina del nuovo arcivescovo di Firenze e dall’altro dall’accordo con la chiesa per il ripristino in Toscana degli Ordini Regolari,soppressi dai francesi . A questo proposito le trattative condotte da Nuti e Cempini si concludono con la Convenzione del 4 dicembre 1815 sulla cui base fu creata una Commissione composta dei tre arcivescovi di Firenze,Pisa e Siena,dal segretario del regio Diritto e dell’Avvocato Regio. A questa Commissione venne affidato “l’incarico di amministrare i beni della munificenza sovrana rilasciati alla Causa Pia ,e di formare,d’appresso le istruzioni del governo,il piano di ristabilimento dei conventi e monasteri dell’uno e dell’altro sesso ,piano che con soddisfazione della Santa Sede ottenne il suo adempimento, e che dette l’esistenza alle Case e Famiglie religiose che ora sussistono nel granducato” (1) In questa Convenzione,vero Concordato tra stato granducale e chiesa, gli oneri finanziari per il mantenimento delle parrocchie nonché delle pensioni vitalizie dei religiosi fu assunto dal Regio Erario granducale. Si rese perciò necessario da parte del governo granducale conoscere lo stato,la situazione ecclesiastica su tutto il territorio. Nell’ottobre del 1815 il conte Fantoni,commissario regio straordinario per l’Elba e Piombino,così scrive delineando la giurisdizione ecclesiastica dell’isola: “Clero. Avanti la riunione dell’Isola d’Elba al Governo Francese la giurisdizione ecclesiastica era esercitata dal Vescovo di Massa Marittima e per esso da dei Vicari Foranei e per lo più dal Curato di Portofer raio. Sotto il Governo Francese però essendo stata sottoposta l’isola alla giurisdizione del vescovo di Ajaccio il Vicario Generale si è stabilito con appuntamento annuo di franchi 6000 a carico del Governo” (Affari generali del Commissario straordinario dell’isola d’Elba dal 1° settembre 1815 al 16 marzo 1816.Filza 3.Carta 379.ASCP) La ripartizione delle spese di 6000 franchi viene, in parte, individuata da Luigi Guidoni ,cancelliere comunitativo dell’Elba. Guidoni il 14 marzo 1816 scrive al Fantoni lo “Stato Generale delle spese delle Comuni accordate dai Budget per l’anno 1815” (Idem come sopra.Filza 2.Carta 226.ASCP). Da esso si evince che nell’anno 1815, la voce di spesa per “alloggio dei Curati”è pari lire 357.28 ed è presente solo a Portoferraio. La voce di spesa “indennità delle Opere “ è pari a lire 1428.11.4 ed è presente solo a Portoferraio.La voce di spesa”spese di Culto” è presente a Portoferraio,Marciana,Poggio,San Piero,Marina di Marciana,Lungone per un totale di lire pari a 1346.15.8 Queste informazioni ricevute dal governo granducale non sono sufficienti e allora nel maggio 1816 Magnani dalla Segreteria del Regio Diritto di Firenze,scrive a Strasoldo governatore militare e civile dell’Elba,perché “quanto alle Congrue dei Curati sarà bene di verificare i titoli e la provenienza per porre in regola questa branca di uscita “: “Ill.mo Sig.Sig.re Pron.Colend. Questo Imperiale e Real Governo mentre ha ordinato dietro le rimostranze del Sig Giuseppe Cantini,Direttore dell’Uffizio Principale delle Regie Rendite nell’Isola dell’Elba,che siano pagate le rispettive congrue ai Curati e Vice Curato nell’Isola predetta e che venga saldato anche il Vicario Generale a tutti l 15 di corrente mese della sua provvisione,ha nel tempo istesso dichiarato che in appresso cessi ogni sospensione al detto Vicario Generale a carico della Real Cassa. Io non ho mancato di partecipare al Sig. Arrighi tali Ordini resimi noti con Biglietto dell’I. e R. Segreteria di Stato de 9 stante. E siccome col citato Biglietto mi vien fatto sentire che quanto alle Congrue dei Curati sarà bene di verificare i titoli e la provenienza per porre in regola questa branca di uscita,tenendo ferme quelle as segnazioni che riconoscono un titolo antico e che per le circostanze si rendono necessarie e riformando le altre qualora le respettive Chiese siano altrimenti e sufficientemente sprovviste di Congrua o quando per ragione di Patronato debbino ( ) d’altronde il dovuto sussidio,così io debbo pregare VS Ill.me a verificare sentito chi occorre i titoli e le provenienze suddette rilevando principalmente a chi spetti il Patronato delle Chiese rispettive,la loro popolazione e le loro rendite e pesi con quelle ulteriori avvertenze e notizie che la di Lei saviezza potrà somministrarmi sugli oggetti contemplati di sopra. Ed in attenzione del resultato delle di Lei premure,passo all’onore di dirmi Di VS Ill.ma Dalla Segreteria del R. Diritto Lì 14 maggio 1816 Dev.mo Obbl.mo Serv.re Magnani” (Affari generali del Governo dell’isola d’Elba anno 1816.Filza 4.Carta 228.ASCP).
Marcello Camici