Sono tornati a Portoferraio i bambini saharawi. Circa venti di loro, accompagnati da giovani e adulti saharawi e piombinesi, hanno trascorso una giornata alle Ghiaie, dividendo il tempo fra mare e giochi nel parco.
Come è noto, i bambini appartengono al popolo saharawi, da 40 anni costretto a vivere nelle tendopoli dei campi profughi del deserto algerino, a causa dell'occupazione marocchina del loro paese, il Sahara Occidentale. D'estate, i bambini arrivano in Italia dove, se occorre, ricevono anche delle cure sanitarie. Il tutto è possibile grazie alle decine di associazioni e di enti locali che hanno fatto propria la causa saharawi.
Negli anni scorsi, i comuni elbani ospitavano, a turno, il gruppo di bambini, in ottemperanza al patto di amicizia siglato con i comuni saharawi. Così, i piccoli hanno svolto, e continuano a svolgere, il ruolo di ambasciatori del proprio popolo che vive in un grande situazione di sofferenza. Una situazione che persiste nell'indifferenza della comunità internazionale che, per svariati motivi, non riesce ad attuare le risoluzioni delle Nazioni Unite. Il popolo saharawi ha da molti anni scelto la strada della nonviolenza per la rivendicazione dei propri diritti e per questo, più volte, è stato candidato al premio Nobel per la pace.
Anche quest'anno, i bambini arrivati all'Elba sono quelli accolti a Piombino dall'associazione "Gdeim Izik". La giornata portoferraiese è stata possibile grazie alla collaborazione della Moby Lines, della coop. Cisse e del Pd di Portoferraio. Quest'ultimo, infatti, all'interno della Festa dell'Unità ha offerto loro il pranzo in una giornata dedicata alla solidarietà e che ha visto anche l'ospitalità degli amici del Centro disabili di Casa del Duca.
Nunzio Marotti