Si è svolta sotto una splendida luna piena la quarta edizione del Neverending Music Festival Memorial Claudio Leonardi, che per 3 giorni ha trasformato l'Arena della Linguella nel paradiso dei rockers. I concerti sono iniziati Venerdì 28 Agosto. Sul palco, nei panni di presentatore, Simone Capecchi, già protagonista del Neverending come cantante e storico organizzatore, introduce il gruppo misto Elba/Roma composto da Alessandro Balestrini alle percussioni, Michele Bellanova e Matteo Uccella alle chitarre ed Elisa Castells, splendida voce e vero animale da palcoscenico impegnata anche a far vibrare tamburelli, sonagli e altri strumenti appartenenti alla tradizione della musica popolare italiana ed internazionale. Il gruppo, fuori contesto per genere musicale ma non certo per grinta, ha fatto partire il festival in quarta sfoderando un repertorio energico e ballabile contenente anche 5 pezzi autoprodotti, un ottimo inizio per instillare nel pubblico il buon umore e la voglia di ballare. Le danze sono proseguite anche quando, abbandonati i campanelli, si è passati, definitivamente alle formazioni composte da basso, chitarra/e, batteria, con Andrea Mosso (chiatarra e voce), Luca Anselmi (chitarra), Marco Falsone (chiarra), Davide Chiappi (Basso) e Giancarlo Miramare (batteria) in un gruppo formatosi per l'occasione (c'era da sostituire gli «Yesterday's soks» che per un inconveniente accorso negli ultimi giorni, non hanno potuto partecipare).
Esordendo con gli Who e terminando con una carrellata di brani di Jimi Hendrix, il gruppo estemporaneo in cui spiccavano la fantastica chiatarra di Luca e la calda voce di Andrea, ha portato l' atmosfera «back into the roots of rock». A chiudere la serata, il primo gruppo ospite della manifestazione, la Tito Blues Band da Massa Marittima. Blues e Rock'n Roll dai ritmi serrati dall'inizio alla fine in modo che il pubblico possa tornare a casa sfatto (dalle danze) e soddisfatto.
Sabato sera sono gli esordienti I Bristol ad aprire la scena, con Marco Bistefani alla voce, Marco Corica alla batteria, Francesco Manzi al basso e le due chitarre, Andrea Provenzali e Gabriele Diversi che con i loro 20 anni abbassano drasticamente l'età media dei partecipanti al festival di quest'anno. Bravi, in particolare nell'esecuzione di un paio di cover di Vasco e Billy Idol.
Ed ecco salire sul palco gli Ansoniha, gruppo nuovo composto da facce già riviste nelle formazioni rock che negli anni si sono susseguite sull'isola: Luca Anselmi chitarra, Duccio Corsi basso, Francesco Meola, batteria e lei, Beatrice Lenzini, fisico esile e tratti delicati per una voce che spacca. Giovanissima front-woman di razza, la Lenzini esprime nel rock più duro ed eterno un indiscutibile talento.
Con il Rock'n Roll tirato e ironico dei Four Tiles che oltre a pezzi tratti dal repertorio più classico, hanno proposto brani di musica pop (Britney Spears, Madonna e addirittura Kylie Minogue) simpaticamente arrangiati in chiave rock, cala il sipario anche sulla seconda serata. «Le quattro tegole» hanno alle spalle carriere musicali di tutto rispetto: Guido Block , basso e voce (The Event, Papa Winnie, Noize Machine, ecc.), Roberto Gualdi, batteria (Lucio Dalla, PFM, Dolcenera, Piero Pelù, Enzo Jannacci, Nek, Elio & le Storie Tese, Paola Turci ecc.), Cesareo, chitarrista di Elio e le storie tese e assiduo frequentatore dell'Elba da molti anni, che conosceva Claudio e la sua famiglia e prima di iniziare a suonare richiama tutti ad unirsi in un ideale abbraccio per ricordarlo, Stefano Xotta, chitarra (UTEZ, Riff Raff, Strings24), che dopo una serie tiratissima di pezzi, per giustificare una breve pausa afferma: «perché ormai siamo giovani da molti anni...».
Domenica 30, terza ed ultima serata, I Chaltrones partono a razzo con il punk rock degli anni '80, Ramones, Clash, Sex Pistols, Iggy Pop. A seguire un momento di forte emozione quando sul palco sale la Crew del NMF per intonare il Bro Hymn, l'inno al fratello che non c'è più, che se ne andò quel 12 Febbraio del 2012, all'età di soli 27 anni.
E se fino a questo momento il palco del Neverending ha proposto molte delle sfumature del rock classico e classicissimo, arrivano gli Appaloosa di Livorno a dimostrare che il rock non può morire mai perché, in quanto energia, può solo trasformarsi.. Due bassi, una batteria e un'enorme sintetizzatore con centinaia di pulsanti e bottoni, per un risultato dal potere dirompente e allo stesso tempo ipnotico. Tanta roba. Evviva il Rock, Evviva il Neverending Music Festival.
Tatiana Paolini
Nella foto di Giada Ghelli lo staff del NMF durante l'esecuzione del Bro Hymn