Tre anni fa, il 19 novembre, si concludeva l'avventura terrena di Piero Paolini. Ricordarlo vuol dire parlare di una persona che ha amato l'Elba e che a lei ha dato le sue migliori energie.
Nato il 22 giugno 1940, ha operato nell'Associazione Albergatori fino a diventarne direttore. Dopo essersi impegnato per un breve periodo come amministratore comunale, ha scelto la via dell'impegno civile in vari settori. Alcuni richiami: il tentativo di riunire l'isola calcistica in una sola società, il costante sostegno dato alla Filarmonica “G. Pietri”, la partecipazione alle attività della parrocchia San Giuseppe. In questo ultimo ambito, ha coinvolto e diretto squadre di uomini realizzando strutture per i bambini e i giovani e dedicandosi alla solidarietà verso le missioni delle Filippine e nell'accoglienza dei bambini di Chernobyl. Ma è soprattutto come ideatore, fondatore e leader-animatore del Comitato del quartiere di Carpani che vorrei ricordarlo, avanzando anche una proposta.
Agli inizi degli anni Novanta viene costituito il Comitato di Carpani che ha in lui un fondamentale punto di riferimento. Queste alcune attività svolte: pulizia e manutenzione dei giardini, piantumazione di specie arboree, acquisto e collocazione di panchine e giochi per bambini, feste nei giardini e per la via principale (sagre, Carnevale), presepi e feste natalizie, giochi per bambini e adulti, gare di pesca, pedalate attraverso il quartiere e le zone limitrofe, murales, iniziative di solidarietà (per gli anziani del quartiere, ad esempio).
Ecco allora la proposta che, a nome anche di altri amici, rivolgo alle autorità competenti: intitolare a Piero Paolini i giardini di Carpani. Nei modi e nelle forme che si ritiene idonee. Ma sicuramente all'insegna del corale ringraziamento a Piero e a tutta la sua famiglia: la moglie Giuliana, che adesso è con lui, le figlie, suor Simona e Barbara, il genero, i nipoti e il fratello Luciano. Ma anche un ringraziamento a quanti con lui hanno operato per Carpani, soprattutto quanti (e sono tanti) non sono più visibilmente fra noi.
Nunzio Marotti