Riproponiamo ai nostri lettori, qui di seguito, tre interessanti interventi di cittadini che, sui temi dell'istruzione insulare e del periodo di "sofferenza" che sta scontando hanno scritto al Blog "Il Vicinato":
ALL'ELBA SERVONO AMMINISTRATORI CHE SI CURINO DELLE SCUOLA
«Luciano Giorni con il Comitato sorto per la difesa della scuola elbana, presentò lo scorso anno una proposta di legge per la scuola nelle isole minori che prevedeva una serie di condizioni per insegnati e scuole insulari con lo scopo di attenuarne le difficoltà insorgenti. L’On. Silvia Velo (Pd) fece sua quella proposta e la sottoscrisse insieme ad altri parlamentari. Quel disegno di legge è fermo nelle commissioni competenti perché prevede costi non coperti dai bilanci dello stato. Sarebbe opportuno che Andrea Ciumei, quale vicepresidente dell’Ancim (comuni delle isole minori), si facesse carico, anche se in forte ritardo, di un’azione congiunta affinché diventi patrimonio comune di tutti i sindaci isolani.
L’Ancim siglò un protocollo con il Simi (consorzio scuole isole minori) che affrontava proprio questi temi. Il Simi è moto forte e presente in Sardegna e in Sicilia, tuttavia da noi non ha trovato seguaci. Le classi scolastiche, com’è risaputo, non si fanno né d'imperio né a settembre perché a giugno le scuole sanno già da quanti piani si cadrà, da allora, quindi, si poteva cominciare a fare qualcosa.
La conferenza zonale, nonché i sindaci e gli assessori competenti potevano chiedere, informarsi ed attivarsi. La scuola dell'obbligo è strettamente legata ai comuni, quindi sono loro che se ne devono occupare spesso e non ogni tanto. Fare l'amministratore, d’altra parte, non è solo fare "alta politica" ma preoccuparsi per cercare di risolvere i problemi delle persone, delle comunità, dei cittadini e di noi stessi».
Romano Pertici
IL PROBLEMA NON E' SCOPPIATO ORA!
Che tristezza, pare che il problema scuola sia scoppiato ora! Sono tre anni che la Berti è preside a Portoferraio e reggente a Marciana Marina, stessa sorte per la sua collega Di Biagio divisa fra Campo e Porto Azzurro. Il più piccolo dei mie figli è andato in prima media, ma ricordo bene quando ci andò il più grande, che di anni ora ne ha 27 anni. All'epoca gli insegnanti furono nominati dopo il termine previsto dalla legge, noi genitori facemmo un esposto, con tanto di avvocato, e il provveditore cambiò sede. Nei nostri piccoli paesi non sappiamo cosa sia la continuità didattica: ogni anno incrociamo le dita nella speranza che la fortuna ci assista! I ragazzini isolani che provengono dalle scuole medie hanno più difficoltà degli altri nell’affrontare le superiori e, sempre dati alla mano, lo stesso avviene per i giovani elbani che proseguono gli studi universitari. Questo, in parole povere, significa che siamo in ritardo e di parecchio!».
Michela Sardi
INCENTIVARE LA FORMAZIONE DI DOCENTI ISOLANI
«Ricordo, credo con piacere e di non essere la sola, quale patrimonio di notizie, di conoscenze e saperi che le nostre maestre/i ci hanno trasmessi sin dalle elementari, poiché legate al nostro territorio, alle nostre tradizioni, ai luoghi speciali della nostra bella Isola. Così hanno sicuramente contribuito a creare quel nostro senso di appartenenza e di identità territoriale che sono dentro di noi e ci fanno amare l’Elba sopra ogni cosa. Come possono trasmettere tutte queste nozioni che diventano anche suggestioni, insegnanti di un altro luogo e che arrivano già stanche e stremate alla cattedra? Questo è un altro dei problemi che dobbiamo affrontare anche per molte altre professioni, come gli insegnati locali che anzi vanno aiutati con borse di studio, sostegni o altro. I nostri giovani devono essere incentivati nello scegliere anche questa straordinaria professione. Quindi solidarietà alle famiglie e agli studenti, magari tiriamo le orecchie anche ai sindaci, ma cerchiamo di sviluppare insieme questo tema partendo da un piano più alto!».
Caterina (S)