Nei giorni scorsi in occasione dell’anniversario della prematura scomparsa dell’amico Gianfranco Coletti il Circolo Teseo Tesei ha deposto nelle acque dello Scoglietto di Portoferraio una targa in ceramica. Acque che hanno visto decine e decine di immersioni di Gianfranco e del gruppo subacquei del Teseo Tesei, acque miracolosamente tenute vive dall’istituzione della Riserva Marina, ricche di fauna ittica e di ogni altra forma di vita marina che il Mar Tirreno ci può regalare, teatro ideale per gli amanti della fotografia subacquea. Infatti proprio Coletti volle organizzare – con notevole successo- negli anni passati diversi campionati di fotosub a livello nazionale, l’ultimo nel
Naturalmente non ci possiamo scordare degli anni trascorsi da Gianfranco a bordo vasca nella piscina della caserma della Guardia di Finanza dove ha insegnato a nuotare praticamente a tutti i bimbi di Portoferraio e non solo, e dopo come istruttore di Salvamento e subacqueo.
A questo proposito un ricordo strettamente personale mi porta indietro di molti anni a quando Gianfranco frequentando nel 1973, il 68^ corso Ufficiali di Complemento all’Accademia Navale di Livorno, si iscrisse al corso sommozzatori di 1^ grado Fipsas alla scuola federale Cesare Giachini di Livorno, dove io ero istruttore subacqueo.
Alla cerimonia hanno presenziato i figli e la moglie di Gianfranco, molti amici e “colleghi”, primo fra tutti Carlo Gasparri tra l’altro fondatore del circolo Tesei insieme a Raffaelli e promotore dell’istituzione della Riserva marina dello Scoglietto. E’ stato un momento commovente quando la targa è arrivata sott’acqua e posizionata sul fondo e leggere la frase scelta per ricordarlo: “ Uomo libero, tu amerai sempre il mare”. Come sempre in questi casi la sirena della Capitaneria di Porto ha chiuso questo particolarissimo pomeriggio.
Abbiamo notato però la non presenza degli amici pescatori del Tesei, a parte appunto Gasparri e Rampini, e sinceramente ne siamo dispiaciuti, in fondo Gianfranco ha sempre e comunque lavorato per tutto il Circolo.
Roberto Borra