Pubblichiamo questo articolo del settimanale Toscana Oggi a firma di Nunzio Marotti
Costanza, elbana, medico e suora
E' stata intervistata da TV2000, l'elbana Costanza Galli, suora e medico primario di oncologia a Livorno. “Ho sempre desiderato, sin da piccola, di diventare medico, giocando con le bambole e la valigetta del medico”. Con grande semplicità parla di sé, rispondendo alle domande della giornalista. Racconta degli studi a Pisa, con la specializzazione in oncologia, mentre maturava in lei la consapevolezza di essere chiamata da Dio a donarsi totalmente all'Amore e ai più poveri, ai malati che sono al traguardo della loro esistenza terrena. Così, dopo aver superato il concorso all'Asl livornese, ottenendo il posto sicuro, si concretizza la professione religiosa entrando a far parte della congregazione delle Figlie della Carità di san Vincenzo de' Paoli. E' la certezza di essere stata chiamata a servire Cristo nei malati. L'insegnamento di san Vincenzo: “Cosa salva dalla disperazione? La presenza di Gesù Cristo in ciascuno di noi. L'amore incondizionato per i poveri, i malati. Perché si può dare un senso anche alla morte. Di fronte al dolore, ho scoperto che era troppo poco quello che la vita dava a queste persone: c'è qualcosa d'altro”. Successivamente, Costanza è passata dall'oncologia alle cure palliative (dirigendo l'hospice di Livorno) perché, quando la scienza medica e la tecnica, che pure hanno fatto passi da gigante in questo campo, non riescono ad offrire soluzioni, la persona morente sta vivendo e si deve far sì che i suoi giorni abbiano dignità e qualità, con le caratteristiche e le possibilità di una vita come quella di chi non è li dentro. La nostra cultura efficentista fa chiudere le porte di fronte al morente, ed è lì, invece, che devi farti carico del dolore suo e dei suoi familiari.
Non è facile stare accanto a chi soffre. “Prima di tutto – dice suor Costanza – bisogna cercare di non fare cose sbagliate. Per esempio, è importante stare in silenzio accanto a pazienti e familiari. Anche tu vieni interpellata. Gli interrogativi sono tanti. E prego così: 'Signore, sii per loro importante come lo sei per me!'. E' una grande consolazione scoprire che Dio ti ama e non ti abbandona”.
Anche una suora talvolta litiga con Dio: “Perché umanamente, di fronte alla frustrazione del dolore, all'inizio mi ribello. Poi l'unica risposta è il silenzio e mettersi in ginocchio. Ti affidi a Dio: io non capisco perché, ma confido nel Signore che sicuramente sa”.
Non mancano i momenti di stanchezza, ma c'è una marcia in più: la comunità, che sostiene, incoraggia, consiglia. Dove c'è la grande forza della preghiera insieme. “In certi momenti difficili, la comunità ti prende in braccio e ti conduce”. E' il grande valore della condivisione e della vita fraterna.
Dalle parole della religiosa elbana traspare l'umiltà di chi si sente sempre in ricerca e sa imparare dagli altri. Dice infatti: “Imparo molto dagli altri, dai colleghi più anziani. Imparo molto dalle mamme che, lasciando i figli, fino in fondo vivono la donazione verso gli altri, non preoccupandosi di sé e del proprio dolore”. Con i colleghi l'incontro avviene mettendo al centro il bene della persona. Nella consapevolezza che si può sempre migliorare se non ci si ferma su ciò che divide ma si punta su ciò che accomuna per fare tratti di strada insieme.
La bussola del medico-suora è l'episodio evangelico della lavanda dei piedi. Il servizio umile nel quale giochi la tua esistenza, con quello che si è (Dio valorizza ogni caratteristica personale) e non privandosi delle piccole soddisfazioni e del buonumore (è appassionata di calcio e tifa per la Fiorentina).
Costanza ha frequentato il liceo classico “Foresi” di Portoferraio. La ricordo simpatica, solare, studiosa (una volta presentò una ricerca sull'amore nel vangelo di Giovanni), profonda, impegnata nella vita della scuola, sempre pronta a dare una mano agli altri, capace di ascoltare e consigliare anche persone di qualche anno più grandi di lei.
Ora gioca la sua libertà interiore anche in un lavoro complesso, senza la preoccupazione di far carriera e di accumulare soldi. Con lo sguardo fisso sul Povero e sui poveri, icona di Dio, da difendere anche credendo in un sistema sanitario nazionale che sia davvero per tutti e, quindi, anche per i bisognosi.
Nunzio Marotti
L'intervista di Costanza Galli a TV2000