Nelle ultime settimane i blog elbani si sono dedicati più volte all'argomento laghetti per l'acquedotto. E' da precisare come la costruzione di un grande invaso d'acqua potabile in Isola costituisca una necessità insostituibile qualunque sia la modalità con la quale sarà realizzata definitivamente e razionalmente, l'alimentazione idropotabile dell'Elba.
In questo senso è da lodare, in linea puramente teorica, l'iniziativa assunta dall'ASA di cominciarne la costituzione con la costruzione, ultimata da tempo, del primo dei 21 laghetti che, stando al progetto ASA, avrebbero avuto una capacità di invaso utile e complessiva dei due milioni di mc di acqua con i quali il problema idrico elbano si darebbe potuto considerare risolto. Il grande accumulo risulterebbe indispensabile anche qualora si adottassero le modalità più diverse su cui, anche se sarebbe doveroso, non voglio discutere in questo momento poiché da quanto mi risulterebbe ci sono avvenimenti gravi che ne prevalgono ampiamente.
Tutto il problema, come il sottoscritto và argomentando da molto tempo, deriva dalle modalità pratiche di realizzazione di questo grande invaso perché da esso possono risultare conclusioni le più disparate. La fotografia che allego dimostra una situazione che definirei tragica per l'Elba. Il nuovo laghetto Condotto sul quale, essendo trascorso il periodo autunno-invernale, i benpensanti ponevano molta fiducia ritenendo di trovarlo, in questo momento di attesa della imminente stagione estiva, colmo d'acqua fino al massimo livello sia se l'acqua accumulata fosse quella delle piogge invernali o se , come assurdamente affermato dai progettisti ASA, fosse derivata direttamente dai pozzi dell'acquedotto imprudentemente scaricata nel laghetto stesso durante i periodi di sovrabbondanza rispetto alla richiesta dell'utenza.
Invece non è così. Il laghetto è miseramente vuoto e da esso l'Elba non potrà trarre alcun giovamento nel prossimo periodo estivo , nonostante il molto denaro speso per la sua costruzione. La fotografia mostra inesorabilmente come l'idrometro di colore giallo, quasi fosse una novella bandiera bianca di chi si ritira dalla battaglia idrica elbana e che sarebbe dovuto servire invece per misurare l'elevato livello dell'invaso, si trova inesorabilmente ed interamente al di sopra del livello della poca acqua che ristagna su una piccola parte del fondo lago per un'altezza ridicola.
La situazione non rivestirebbe gravità se questo fenomeno non fosse indice di quei pericoli che il sottoscritto ha sempre paventato e cioè non dimostrasse l'estrema difficoltà a rendere impermeabile il fondo lago di tutti i 21 laghetti del progetto ASA mettendoli, sempre a mio esclusivo parere, tutti in pericolo di fare la stessa fine .e quindi provocando un vero e proprio colpo di spugna che cancellerebbe l'intero progetto ASA.
Personalmente ritengo che, ove esistessero degli errori nelle mie dichiarazioni, oppure delle motivazioni che io non conosco, ma per le quali è ben giusto che il laghetto sia stato svuotato - così come ho sempre richiesto nelle mie precedenti note nelle quali prevedevo l'esito nullo dei laghetti del progetto ASA - io invito anche ora i responsabili a darne comunicazione perché, in tal caso, farei ammenda a quanto scritto riconoscendo i miei possibili errori su riportati
E qui non posso evitare di ripetermi, sia pur con la riserva appena citata, che se quel denaro speso per il laghetto del Condotto fosse stato speso per costruire una piccola, piccolissima parte del mio serbatoio-galleria la situazione idropotabile attuale dell'Elba sarebbe oggi completamente diversa e si sarebbe sperimentata una importante ed utilissima modalità di costituire più avanti un serbatoio più grande che, con il passare degli anni, avrebbe reso idraulicamente autosufficiente ed indipendente l'Isola d'Elba. Ci troviamo invece ad un punto morto e con le idee di base da cambiare, ma sempre in tempo, se lo si volesse veramente, per optare finalmente sulla costruzione del serbatoio sotterraneo e quindi ottenere quei risultati mirabili che non potrebbero sicuramente dare i 21 laghetti.
Marcello Meneghin