Si sono spenti durante la notte di domenica 31 Luglio, in quello spazio magico che è la Linguella di Portoferraio, i riflettori sulla V edizione del Neverending Music Festival, l'evento dedicato al musicista Claudio Leonardi scomparso in seguito ad una devastante malattia nel 2012 a soli 27 anni
L'edizione 2016 non ha certo deluso il suo pubblico. Ottima la musica e ottima l' organizzazione. Molto apprezzate le novità di quest'anno che vanno da piccoli ma attenti dettagli come l'introduzione dell'hamburger vegetariano nella già gustosa scelta di piatti preparati da alcuni ristoranti locali o dai gentili ragazzi che per tutta la durata della manifestazione si sono occupati delle preparazioni alla brace, all'inserimento di una rampa da skate sulla quale in molti si sono alternati per le loro esibizioni durante le tre serate di quello che ormai si può serenamente considerare l'evento più atteso dagli amanti del rock all'isola d'Elba.
Sonorità inusuali per il Neverending ma decisamente approvate dal pubblico che ha ballato ininterrottamente, il reggae è stato protagonista di tutta la serata di venerdì 29 con il gruppo Bassklaat Sound System di Pisa e Ras Tewelde e la Red Stripes Band.
Da sabato 30, rock come se non ci fosse un domani. Gli Shacalli hanno letteralmente accolto ed abbracciato il pubblico con la voce di Andrea Mosso e la musica di Seattle, dopodiché i toni si sono fatti sempre più duri.
La ciliegina sulla torta della serata è stata servita dagli Overload, che dopo aver perfettamente eseguito alcuni brani del repertorio hard più puro, hanno fatto salire sul palco Michele Montarulli, assente dalla scena metal da 20 anni. Il Montarulli fu, negli anni a cavallo tra gli '80 e i '90 il leader del gruppo Tabula Rasa che con i propri pezzi metal-demenziali è da considerarsi l'apripista indiscusso dei gruppi rock elbani. Le caratteristiche che all'epoca fecero apprezzare l'allora giovanissimo cantante che si presentava sul palco truccato e in calzamaglie technicolor furono la voce potente ed eclettica capace di passare dai toni più cupi alle sonorità più alte e squillanti e la sua presenza scenica da vera rock star. Qualche capello bianco e lunghi anni di "vita normale", lavoro e famiglia, non hanno intaccato minimamente il talento di Michele che con la sua interpretazione di Electric eye (Judas Priest) , Wild side e Looks that kill (Motley Crue), ha lasciato tutte quelle persone che lo hanno conosciuto solo dopo l'esperienza con i Tabula Rasa, letteralmente a bocca aperta. Grande! Un grazie agli Overload e a Michele va anche per aver ricordato Claudio Leonardi "Pips" e tutti gli altri musicisti elbani che "sono con noi da lassù e in questo momento se la suonano e se la cantano".
La seconda serata si è chiusa con il gruppo ospite Black Rainbow, romani, 5 dischi in 10 anni di presenza sulla scena stoner psichedelico italiana ed europea. Questa è la seconda volta che suonano in Toscana e la prima che vengono all'Elba, pare che abbiano preso l'isola in seria considerazione come futura meta delle loro vacanze. L'Elba li ha sorpresi, e loro hanno sorpreso l'Elba con un rock così duro che più duro non si può.
Quella meravigliosa energia che ha invaso l'Arena della Linguella l'ultima sera è qualcosa che solo la passione, la dedizione e l'entusiasmo di ragazzi giovanissimi che amano il rock può dare. I Party Crusher in apertura e i Bristol subito dopo hanno regalato a tutti dei momenti di pura gioia. Da sottolineare per i Bristol, che esordirono con la stessa formazione proprio sul palco del Neverending lo scorso anno, la tangibilità della loro evoluzione dal punto di vista tecnico, frutto evidente di un instancabile impegno oltre all'amore per la musica.
A chiudere la manifestazione, l'attesa performance della Mecogang, storica band elbana capitanata dal cantautore bassista Stefano Tanghetti (Meco), che ha presentato il suo ultimo album "basta che funzioni" uscito nel febbraio 2016 per l'etichetta Kaleido.
Durante l'esibizione del gruppo si sono verificati attimi di tensione alta quando a corredo di una canzone a tinte maschiliste (in estrema sintesi il testo narra che siccome le donne sono delle rompi... meglio una che non sa parlare ma che ti fa solo godere), sono state esposte sul palco due bambole gonfiabili in lingerie sexy. L'esibizione ha urtato la sensibilità di alcuni presenti tra il pubblico, in particolare quella di una donna che è salita sul palco e ha buttato le bambole di sotto. Da qui in poi la scena avrebbe potuto evolversi in innumerevoli modi, quello scelto dal Tanghetti è stato, microfono alla mano, inveire contro la fautrice dell'azione di protesta indirizzandole parole pesanti che ipotizzavano la presunta carenza di attività sessuale di lei, la diagnosi dei problemi psicologi da lei riscontrati in conseguenza della suddetta carenza e il consiglio di praticare più sesso in futuro. Inutile aggiungere che gli animi si sono scaldati ancora di più. Inutile è stato anche, per il Tanghetti, asserire che la canzone e la performance siano solo una provocazione. Da uomo di spettacolo, dovrebbe sapere che una provocazione messa in atto davanti ad un pubblico può suscitare reazioni di disapprovazione, è dell'uomo di spettacolo riuscire poi a gestire la situazione che ne deriva in maniera.... artistica. Nessuna conseguenza grave comunque in seguito all'episodio. Come al solito ci ha pensato la musica a pacificare gli animi. Sono partite le note del Bro Hymn e tutti si sono ricordati del perché si trovavano lì.