“La mia isola, ieri e oggi”, l’ultimo libro del giornalista elbano Valberto Miliani, edito da Persephone, a neanche due settimane dalla sua comparsa sul mercato, sta riscuotendo un notevole interesse, tanto é, che c’è stato bisogno di un secondo rifornimento librario nei diversi punti vendita presenti sul territorio dell’isola.
Per chi non lo avesse ancora capito l’isola d’Elba è la protagonista di questo ennesimo lavoro del conosciuto giornalista elbano, un omaggio alla sua amatissima terra.
Il libro dal taglio giornalistico, appunto, e al contempo autobiografico, in realtà attraversa trasversalmente diversi generi letterari, nasce sull’onda del ricordo del bambino Valberto in una Portoferraio del dopoguerra: flussi di coscienza, immagini dall’infanzia, i bombardamenti sulla città, le macerie, lo sbarco dei francesi, (la paura e la sorpresa del ragazzino che affacciatosi dall’orlo di un fosso vede arrivare un lungo corteo di neri soldati senegalesi con tanto di treccine e orecchini al naso, vestiti con lunghi cappotti nel pieno di una assolata estate mediterranea). Flash Back di immagini che seguono il fiume in piena della Memoria, accompagnate, poi, da considerazioni che vengono spontanee alla parte adulta e piena di esperienza dell’Autore. Quindi un libro che come in un moto ondoso intercala immagini provenienti da un passato quasi di sogno, il bagno estivo alle Ghiaie, la spiaggia degli Argonauti, o i personaggi pieni di carattere di una Portoferraio che a malincuore l’Autore vede scomparire in un processo forse inevitabile. Valberto Miliani sa ben definire l’Animula della nostra terra, lo spirito del luogo e dei numerosi panorami, la bellezza di un’isola e di un Arcipelago, che sicuramente sono parte determinante di quella forza del carattere dei personaggi di cui parla e della creatività dei suoi abitanti. E poi Valberto ci conduce verso logiche considerazioni sul presente, nel raffronto fra ieri e oggi, dove l’oggi in generale e non solo sull’isola è sinonimo di caduta di valori, caduta, direi, della bellezza, e soprattutto della sua percezione e senza Bellezza ci allontaniamo dal Buono, dall’UNO. Ma Valberto non si pone mai in cattedra, magari dai suoi suggerimenti o dalle sue considerazioni puo’ trasparire malinconia, dolore per la perdita e a volte ironia ma mai arroganza o maleducazione.
Valberto Miliani nasce a Portoferraio nel 1938. Si è accostato al giornalismo con la corrispondenza dall’Elba per «Tirreno» e il «Corriere Elbano». Terminati gli studi a Pisa si trasferisce a Milano dove dirige all’inizio Case Editrici specializzate nel settore turistico e della ristorazione, poi dirige la Divisione Stampa Immagine, p.r. della Pellegrini s.p.a e dal, 1984, al F.C. Internazionale in veste di Capo Ufficio Stampa, Direttore per undici anni del mensile «Inter Football Club».
Autore di diverse pubblicazioni legate ai personaggi più importanti della storia del calcio.