Da quel ormai lontano 27 Maggio 1991 sono passati 25 anni ma il ricordo di Madre Teresa di Calcutta è ancora vivido e presente.
Fra 2 giorni sarà Santa anche se avendola conosciuta penso di poter dire che dietro quel piccolo essere era già presente una santità, in vita, che da ogni gesto e da ogni parola emergeva in tutta la sua grandezza.
Quel 27 Maggio ebbi l'onore e la grande responsabilità, per la carica che rivestivo, di accogliere all'Elba, assieme all'allora Vescovo di Piombino Massa Marittima Don Angelo Comastri colei che per le ore che rimase sull'Isola seppe nella sua devastante semplicità riempire di speranza e di gioia gli animi di tutti quelli che ebbero modo di vederla e ascoltarla.
Il dono di poter stare da solo con lei e di potergli parlare e di sentire alcuni suoi pensieri, alcuni dei quali rimarranno per sempre con me lo ritengo un privilegio che non tutti possono dire di avere avuto.
Appena mi fu comunicato che la "Santa" sarebbe stata sull'Isola nacquero subito problemi legati alla sicurezza del suo viaggio e dei suoi spostamenti. Per l'Elba era, e fu, un evento unico. Ma la notizia uscì prima e fu pubbblicizzata.
Ricordo febbrili telefonate con la Prefettura di Livorno e una immediata serie di riunioni organizzative con le altre Autorità locali tese a preservare la sicurezza e la incolumità di una persona che pur non facendo del male a nessuno era potente, molto potente e quindi, per chi gestiva la sicurezza, persona a rischio da tutelare e difendere.
Non a caso all'ultimo momento decisi di far spostare l'atterraggio dell'elicottero della Città del Vaticano da Portoferraio all'Aereoporto di Marina di Campo più attrezzato in caso di necessità. Nessuno lo ha mai saputo ma ci furono rischi che dovemmo evitare.
Oggi lo posso rivelare a cosi tanta distanza di tempo.
Il viaggio in auto blindata da Marina di Campo a Portoferraio fu una esperienza unica: Madre Teresa volle conoscere molte cose sull'Elba. Era già una persona molto conosciuta, che veniva accolta dai Potenti del mondo e che riusciva solo con la forza della preghiera a spostare le montagne.
Una Santa, già da allora.
Una persona di una umiltà e semplicità imbarazzante: capì subito, pur non condividendo la cosa, che la sicurezza che si era dovuta dispiegare era un atto dovuto per noi, un qualcosa di inutile per lei.
Ci perdonò con un sorriso. Però mi lasciò fare.
Ho ancora in mente i suoi occhi stanchi, dientro ad un corpo piegato dalla fatica: sembravano penetrarti l'animo, scrutarti dentro, leggerti nell'intimo. Mi disse in privato cose che nella realtà si sono poi verificate. Cose uniche.
Finita la visita elbana, stanca ma soddisfatta al ritorno all'elicottero, prima di partire, pur essendo consapevole di non poterla più rivedere mi congedò con una frase che rimane scolpita nella mia mente anche a distanza di 25 anni da quel 27 Maggio 1991.
Mi disse, con rispetto e fermezza "Ricordati sempre che Ieri non è più, domani non è ancora. Non abbiamo che il giorno d’oggi. Cominciamo. Non dimenticarlo mai"
Devo dire che me lo sono sempre ricordato!
Marco Contini