Da una prima lettura si comprende che il Papa, di fronte ad un mondo diviso e in cui è in atto una "terribile guerra mondiale a pezzi", desidera presentare il cuore del Vangelo. Un Vangelo che non parla solo al singolo ma anche all'intera società. "Anche Gesù - scrive Francesco - visse in tempi di violenza.
E tracciò la via della nonviolenza, che ha percorso fino alla fine". E subito dopo, ricorrendo all'insegnamento di Benedetto XVI, parla della obbligazione morale per i cristiani. Scrive: "Essere veri discepoli di Gesù oggi significa aderire anche alla sua proposta di nonviolenza. Essa – come ha affermato il mio predecessore Benedetto XVI – «è realistica, perché tiene conto che nel mondo c’è troppa violenza, troppa ingiustizia, e dunque non si può superare questa situazione se non contrapponendo un di più di amore, un di più di bontà. Questo “di più” viene da Dio». Edegli aggiungeva con grande forza: «La nonviolenza per i cristiani non è un mero comportamento tattico, bensì un modo di essere della persona, l’atteggiamento di chi è così convinto dell’amore di Dio e della sua potenza, che non ha paura di affrontare il male con le sole armi dell’amore e dellaverità. L’amore del nemico costituisce il nucleo della “rivoluzione cristiana”».
Giustamente il vangelo dell’amate i vostri nemici (cfr Lc 6,27) viene considerato «la magna charta della nonviolenza cristiana»: esso non consiste «nell'arrendersi al male […] ma nel rispondere al male con il bene (cfr Rm 12,17-21), spezzando in tal modo la catena dell’ingiustizia».".
Si tratta di fare della nonviolenza attiva il proprio stile di vita, ispirandosi a quel “manuale” della strategia di costruzione della pace che è il Discorso della montagna, che inizia con le otto beatitudini.
Questo è anche un programma e una sfida per i leader politici e religiosi, per i responsabili delle istituzioni internazionali e i dirigenti delle imprese e dei media di tutto il mondo: applicare le Beatitudini nel modo in cui esercitano le proprie responsabilità. La pratica della nonviolenza parte dal cuore dell'uomo e, attraverso la famiglia, si diffonde a livello sociale e planetario.
Il Papa sa che la nonviolenza è talvolta intesa nel senso di resa, disimpegno e passività, ma in realtà non è così. "La nonviolenza - scrive - praticata con decisione e coerenza ha prodotto risultati impressionanti". E riporta alcuni esempi storici. Scrive poi "Rivolgo un appello in favore del disarmo, nonché della proibizione e dell’abolizione delle armi nucleari: la deterrenza nucleare e la minaccia della distruzione reciproca assicurata non possono fondare questo tipo di etica. Con uguale urgenza supplico che si arrestino la violenza domestica e gli abusi su donne e bambini."
E con grande forza afferma che la Chiesa Cattolica continua ad assicurare l'impegno per la nonviolenza: "Assicuro che la Chiesa Cattolica accompagnerà ogni tentativo di costruzione della pace anche attraverso la nonviolenza attiva e creativa. Il 1° gennaio 2017 vede la luce il nuovo Dicastero per il Servizio dello Sviluppo Umano Integrale, che aiuterà la Chiesa a promuovere in modo sempre più efficace «i beni incommensurabili della giustizia, della pace e della salvaguardia del creato» e della sollecitudine verso i migranti, «i bisognosi, gli ammalati e gli esclusi, gli emarginati e le vittime dei conflitti armati e delle catastrofi naturali, i carcerati, i disoccupati e le vittime di qualunque forma di schiavitù e di tortura». Ogni azione in questa direzione, per quanto modesta, contribuisce a costruire un mondo libero dalla violenza, primo passo verso la giustizia e la pace".
Infine, invita tutti a coinvolgersi in modo responsabile in questo cammino di pace e nonviolenza: "Tutti desideriamo la pace; tante persone la costruiscono ogni giorno con piccoli gesti e molti soffrono e sopportano pazientemente la fatica di tanti tentativi per costruirla. Nel 2017, impegniamoci, con la preghiera e con l’azione, a diventare persone che hanno bandito dal loro cuore, dalle loro parole e dai loro gesti la violenza, e a costruire comunità nonviolente, che si prendono cura della casa comune. «Niente è impossibile se ci rivolgiamo a Dio nella preghiera.
Tutti possono essere artigiani di pace»."
(n.m)