Talvolta accade che la Giornata della Memoria si preferisca commemorarla nello spazio di un’aula, in un confronto e in uno scambio di emozioni tra gli studenti e un loro docente, magari di Storia: per riflettere meglio su quel che è stato e che vorremmo che non fosse più, anche se i segnali di questi nostri tempi travagliati non sono incoraggianti e l’antisemitismo, il razzismo, l’emarginazione, l’indifferenza, seppure in maniera diversa e più larvata, continuano purtroppo ad avvelenare le nostre società.
Per questo 27 gennaio il nostro Istituto ha scelto di sollecitare la meditazione dei ragazzi in forme diverse: con letture di poesie e brani relativi alla vasta letteratura sulla Shoah o di passi di “Se questo è un uomo”, che una quinta porterà come lettura integrale all’Esame di Stato, in quanto testimonianza lucidissima dell’inferno di Auschwitz; con scrittura di pensieri personali, risultato di ricerche anche individuali sul tema; con il dibattito sollecitato dalla visione del cortometraggio “La parte migliore”, il video che ha vinto il primo premio del Concorso nazionale “I giovani ricordano la Shoah”, realizzato da una quarta dell’Istituto alberghiero di Villa San Giovanni e proiettato alla Camera dei deputati nel corso della cerimonia di premiazione, in cui a scene di un film sulla sofferenza dei bambini ebrei nei campi si alternano quelle del bullismo nei confronti di un compagno di scuola straniero, finché la “parte migliore” della classe, in modo ironico e originale, non riuscirà a far trionfare l’accoglienza e l’integrazione. La giornata di oggi sarà dedicata anche alla discussione sul film L’onda del regista tedesco Dennis Gansel, che indaga la genesi delle strutture autoritarie, dalle quali da sempre scaturiscono i “mostri” dell’irrazionalità. Il romanzo omonimo da cui è tratto, di Todd Strasser, è diventato in Germania un classico della lettura scolastica.
Insomma, anche l’ITCG Cerboni in modalità varie, senza distrazione e spettacolarizzazione, ricorderà oggi una delle pagine più nere della storia dell’umanità, scritta nel Paese più colto della civilissima Europa solo settanta anni fa.