Ieri sera, al cinema “Nello Santi” a Portoferraio, con la proiezione dei cortometraggi vincitori per il 2017, c'è stato l'ultimo dei quattro appuntamenti nell'ambito della rassegna “Visioni Sarde”, a cura dell'associazione culturale “Bruno Cucca”.
Il corto di inizio, “A casa mia”, di Mario Piredda, è una sorta di poemetto sardo in immagini, aperto e chiuso da una carcassa di balena cullata dal mare, in cui la magnificenza dei volti, soprattutto della protagonista, costituisce il dialogo di una storia senza tempo, in cui si incontrano e si scontrano generazioni, storie e natura.
A seguire “Domenica”, di Bonifacio Angius, il cui filo conduttore è, in un torrido pomeriggio estivo, la battaglia di un uomo fra la morte che si avvicina e la vita che prepotente emerge, una vita vestita dei panni del suo cane e di una giovane donna. Un racconto di vite ai margini, ma soprattutto di speranza.
L'unica regista donna, Silvia Perra, vincitrice di diversi premi, ci ha raccontato con il corto “Il bambino”, una dolente storia di donne, mogli di un musulmano: i loro volti, di diversa bellezza, vengono in silenzio avvicinati in sequenze sempre più intrecciate in maniera quasi insopportabile. Questo cortometraggio, vincitore del primo premio, mette in campo, più che la poligamia, il ricordo, la nostalgia e la sorellanza, sfumando i confini di ostilità, gelosia e pietà: impossibile non sentire un tuffo al cuore mentre la prima moglie ricerca sul proprio viso le tracce di una bellezza sfiorita.
“Noi siamo il male” di Gianni Cesaraccio ci ha catapultato in una sorta di palcoscenico horror, una chiesa abbandonata in cima a un monte, in cui un giovane prete, allontanato dalla sua comunità, nel cercare di ritrovare la fede perduta, piomba in un abisso senza fine.
“Waiting for”, di Matteo Pianezzi, mette in scena un'altra storia di dolore, di rapporti negati e recuperati fra madre e figlia, nel viaggio notturno e fantastico di tre donne verso una meta misteriosa, un viaggio per sperare nel futuro, alla ricerca della vita. Un viaggio in grado comunque di ricucire un presente e un passato.
Nel corto “Del prossimo orizzonte” di Tommaso Mannoni, unico film, se pur ambientato in Sardegna, i cui protagonisti non sono sardi, ma pugliesi, viene messa in scena la tragedia dell'emigrazione.
Fra il gruppo di stranieri, sbarcati clandestinamente e subito prigionieri di un lavoro senza fine e di uomini senza cuore, “merce buona”, da sfruttare fino allo sfinimento e alla morte, si trova una giovane donna che si è finta uomo e, scoperta, viene ricercata. Ma non sempre la crudeltà vince, forse davvero c'è un orizzonte prossimo che ci aspetta.
“Fin da piccolo mi hanno sempre insegnato a non fermarmi mai, a continuare, a correre con il sorriso in volto qualsiasi cosa accada e a non smettere mai di inseguire i propri sogni, sarebbe bello poterlo fare nella mia terra... nella mia città”, ma non sarà così per il protagonista del brevissimo corto di Andrea Marras, “Nella mia città”, in cui un bambino insegue il suo aeroplanino di carta in cieli aperti e azzurri che lo condurranno oltre.
In mano un biglietto nave di sola andata.
Una parabola di quanto sia dura ancora oggi la vita in Sardegna, un'isola meravigliosa, da cui però si è ancora costretti ad emigrare.
Con i cortometraggi di ieri sera si è chiusa la nostra rassegna, che ha visto la proiezione di film importanti, “Bellas mariposas” di S. Mereu, “L'arbitro” di P. Zucca e “La stoffa dei sogni” di G. Cabiddu: l'associazione “Bruno Cucca” desidera ringraziare quanti hanno partecipato, la Regione Sardegna e la Cineteca di Bologna, il Comune di Portoferraio e il cinema “Nello Santi”, tutti attori e protagonisti di questa nostra iniziativa, che speriamo di avere la possibilità di ripetere.
L'augurio è naturalmente di rivederci quanto prima nel corso delle attività che, via via, saremo in grado di costruire.