E’ il 4 aprile, si avvicina la Pasqua e il nostro vescovo mons. Carlo Ciattini celebra la Messa nel Carcere di Porto Azzurro. Con lui il cappellano don Francesco Guarguaglini e il diacono Filippo Balducci.
Calorosa l’accoglienza dei detenuti e a nome di tutti un giovane legge una lettera di saluto bella e profonda, in cui esprime gratitudine per la LUCE che l’Uomo di Chiesa porta oltre le sbarre a chi si trova ai margini della società, bisognoso di speranza.
Pur essendo giorno lavorativo, la partecipazione al sacro rito è numerosa; oltre ai reclusi, diversi sono gli operatori penitenziari e i volontari, sia elbani che della San Vincenzo de’ Paoli di Piombino.
Alla Vigilia della settimana di Passione al centro dell’omelia del Vescovo è la CROCE. E di fronte alla Croce si possono prendere due strade, bestemmiare e fuggire oppure affidarci, come fece il ladrone morente, e così, abbracciandola, crescere in umanità e in ricchezza di vita. La vita va vissuta, tutta intera,senza perderne un filo, perché anche in un soffio di vita c’è un’immensità di amore e il rischio di perderlo,quest’amore, è sempre presente. E pure se l’amore è sofferenza, e lo sa bene chi ama, è anche soprattutto LUCE che dà senso alla nostra vita.
D’altronde, se non l’accettiamo tutta intera la nostra vita, rischiamo di frantumarla, come uno specchio fatto in mille pezzi perchè, rispecchiandoci, non ci piace quel che vediamo, E poi? Non ci riconosciamo più e finiamo per perderci.
Prima della conclusione della Messa con la benedizione solenne, prende la parola il Direttore del Carcere, il dott. Francesco D’Anselmo, che, oltre a ringraziare il Vescovo per la sua presenza e sottolineare il prezioso lavoro dei suoi collaboratori e il contributo dei volontari, esprime con convinzione la sua visione della pena, che sempre sia rispettosa della dignità dell’individuo e che, attraverso utili strumenti e iniziative improntate ad alto senso di civiltà e umanità, possa restituire alla società uomini migliori, maturi e consapevoli. Come positivo esempio il Direttore ricorda come sia in dirittura d’arrivo l’allestimento di un’”area verde” per i minori e le famiglie in visita a un parente detenuto, opera che è stata resa possibile grazie a un contributo della Caritas diocesana.
La cerimonia ha termine con le note del canto finale del coro, formato da ospiti interni dell’Istituto e da amici del Rinnovamento nello Spirito, mentre ci salutiamo con fraterno affetto, sicuramente più ricchi di come siamo entrati.
L.B.