Sono nata all’isola d’Elba ventitre anni fa, tre anni fa mi sono trasferita sulla terra ferma per studiare all’università.
Come molti dei miei coetanei mi sono trovata a vivere in città e a confrontarmi col mondo esterno, con esperienze che spesso un’isola non può offrire.
In occasione delle vacanze di Pasqua e della nascita del mio nipotino sono tornata a casa, il mio rifugio.
Passeggiando lungo l’alto fondale di Portoferraio mi sono imbattuta in quattro navi da guerra della NATO una turca, una tedesca, una spagnola e una polacca; erano attraccate così vicine da farmi sentire a disagio per la loro minacciosa grandezza e per quello che rappresentano: violenza e guerra.. perchè è questo che per me significano quelle navi.
Istintivamente ho voluto agire per esprimere il mio dissenso a quel simbolo, alla loro presenza così fisicamente vicina e invadente.
Per questo ho deciso di proporre a qualche conoscente di fare una protesta pacifica, un incontro sotto quelle navi, dove poter esprimere la nostra preoccupazione, dibattere e fare un’azione simbolica.
In meno di due giorni, attraverso un passa parola sui social, ci siamo organizzati come potevamo.
Non sapevo bene chi contattare e come sarebbe andata un’azione del genere sulla mia isola, mi sono buttata, non son riuscita a resistere e passare queste vacanze ignorando quelle navi.
Ci siamo ritrovati sul porto, desiderosi di muoverci tutti insieme, con un’idea comune: quella di non volerci abituare a vedere il nostro porto occupato da navi da guerra.
Gaia Rinaldi
Foto di Gian Carlo Diversi