Già da qualche tempo circola una nuova denominazione di Portoferraio che, con riferimento alla sua situazione di abbandono frutto dell'inerzia della amministrazione già al suo secondo mandato, diventa "Mortoferraio". La battuta è sgradevole ma purtroppo azzeccata. Le ultime dichiarazioni pubbliche della Giunta (da Il Tirreno del 4 gennaio) sono di inaudita leggerezza e fanno accapponare la pelle per ciò che prefigurano.
Dunque: se abbiamo un parente malato da un pò di tempo si sollecita più volte il dottore di famiglia ad ascoltare i sintomi del paziente per diagnosticare la malattia e somministrare la migliore cura al fine della guarigione. Bene, la miglior cura che il Peria-dottore ha individuato per il paziente centro-storico, dopo consultazioni con lo Zini-assistente, è questa: devi morire, detto senza batter ciglio. C'è da restare allibiti di fronte a simili dichiarazioni. Stanno decretando a sangue freddo la morte di un centro storico fra i più belli della Toscana e sopratutto lo stanno facendo senza aver minimamente consultato la cittadinanza. Io non ci sto e credo proprio che come me la pensino tanti cittadini di ogni categoria sociale. Non si sta parlando di una Gattaia dove l'Amministrazione ha adottato una decisione in contrasto con tutta, dico tutta, la comunità portoferraiese; si sta parlando del futuro della cittadina più popolosa dell'isola d'Elba e questo non può essere deciso in forma dittatoriale da poche persone nel segreto delle loro piccole stanze di potere.Portoferraio centro storico ha ancora molti abitanti, cittadini che amano risiedervi oggi e nel futuro e l'amministrazione da anni sta facendo di tutto per rendere la loro vita sempre più difficile. Finalmente oggi ha rivelato la decisione finale: esilio forzato per tutti. Caro Peria, le chiusure non sono inevitabili come da te dichiarato nè sono solo figlie della corrente crisi, sono bensì il frutto avvelenato di una lunga serie di piccole e grandi sotto-decisioni della Giunta che hanno strangolano lentamente ma inesorabilmente il centro storico fino ad asfissiarlo. Non sarebbe poi così difficile invertire la tendenza, basterebbe porre in atto una serie di provvedimenti che vi riportino quei flussi di persone che ne sono la vera linfa vitale. Da ciò potrebbero ripartire le attività commerciali e si invertirebbe la sentenza di morte testè pronunciata. Ne cito solo alcuni: riportare il mercatino settimanale nel centro storico, eliminare tutte le ZTL per 8 mesi all'anno, recuperare aree di posteggio e renderle tutte gratuite per almeno 8 mesi all'anno, riportare all'antico splendore le Galeazze e riutilizzarle per un mercato/suk (alimentare e non) rifornito principalmente dai prodotti isolani ma non solo, richiedere con voce autorevole il ripristino di servizi quale un punto PPTT in centro, rendere non appetibile ulteriori decentramenti di servizi, studiare azioni sotto competenza comunale atte ad incentivare l'iniziativa commerciale giovanile, risanare le larghe aree urbane lasciate scivolare nel peggior degrado (es. i Padiglioni, il Grigolo ecc.), recuperare il decoro e l'ordine perduto da tanto tempo contrastando ogni comportamento incivile, ed attivare ogni iniziativa valida per ricostruire luoghi di aggregazione e così riavviare la ricostruzione del tessuto sociale del centro storico, trama fondamentale della sua sopravvivenza. Non serve avere un Forte Falcone risanato e chiuso, non serve avere il Forte Inglese ripristinato, così com'è sono solo belle cose inanimate. Forse la soluzione finale preconizzata da questa Giunta per il centro storico è quella di farne un grande gelido museo con accesso controllato, ad orario ed a pagamento. Ma Portoferraio centro storico non deve divenire un morto asset museale, deve ritornare ad essere quel vivace quartiere cittadino che era e che può ritornare ad esserei
Io sto dalla parte di quei commercianti che hanno fatto sentire forte la loro voce contro questa assurda ipotesi di contro-sviluppo. Ritengo che anche tutte le associazioni rappresentative del commercio dovrebbero fare sentire alta la loro voce perchè è in ballo un'intero paese, nella certezza che una Amministrazione ha i mezzi, se solo lo vuole, idonei ad invertire questa tendenza.
Ma da questa Amministrazione non possiamo aspettarci niente: essa stessa ne è l'artefice. Possiamo solo sperare in una decisa e rapida futura inversione di rotta con le ormai non troppo lontane elezioni amministrative.
Alberto Nannoni
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