Una nuova perla si aggiunge alla collana di prodotti elbani, unici anche nel panorama nazionale, di casa Arrighi: un aceto di vino passito aleatico DOCG, 100% dall'omonimo vitigno. Presentato all'ora del tramonto sulla spiaggia del suggestivo Hotel Villa Ottone, raggiunta attraversando un giardino dalle parvenze tropicali, è stata -come sempre nei casi in cui si recupera parte della tradizione per aggiornarla- una manifestazione culturale.
Come hanno infatti ricordato il viticoltore-produttore Antonio Arrighi, il gastronomo-storico Alvaro Claudi e il barman di casa Paolino Sforza, l'aceto all'Elba si faceva in tempi remoti, come scrive Giulio Pullè nella sua 'Monografia Agraria' del 1879, e il prodotto di punta era l'“Aceto di Portoferraio” (un derivato dal vino bianco, molto più semplice da fare di 'Ace di Ale' a causa della forte struttura che presenta il passito, ndr) apprezzato e utilizzato in tutta la Toscana, anche dai Medici.
Da quella tradizione, dopo tre anni di esperimenti, il passaggio decisivo è stato quello della collaborazione con l''Antica Acetaia Cavedoni' di Castelvetro di Modena, sia per il clima adatto della zona che per il passaggio del prodotto -24 mesi- nei caratelli usati in precedenza per l''Aceto Balsamico Tradizionale di Modena'.
“Un percorso da affinare – ha precisato l'esigente (con se stesso) produttore- portando sul posto il mosto”.
A evidenziare la caratura nazionale dell'evento, oltre che il rispetto e l'affetto che circonda Arrighi, la presenza tra gli ospiti di gran parte della dirigenza nazionale e toscana dell'Associazione Italiana Sommelier, a cominciare dal Presidente Nazionale Antonello Maietta.
Interessante anche lo spunto storico che ha portato il bartender Stoppa a ideare il cocktail -aperitivo “AAA”, rielaborando una miscelazione del 1846 nata tra il Waldorf Astoria di NYC e Cuba, a base di sherry, vermout e orange bitter, sostituendo quest'ultimo con mandarino in cognac Napoleon e aggiungendo (1/15) l'Ace di Ale.
In sostanza, ci vorrà qualche annetto, almeno 15, per farne un balsamico tradizionale, nel frattempo si può ridurre, (come ha fatto Alvaro Claudi nel suo ottimo risotto al gurguglione) e per il suo eccellente e unico gusto aromatico usarlo com'è negli abbinamenti giusti (es. insalate) come una sorta di 'aceto da meditazione'; di certo un altro pregiato biglietto da visita di un'isola che, parafrasando Virgilio si conferma “isola generosa delle inesauste risorse della terra” .
CR