Il Re Aleatico, passito dell'Elba, non ha possibilità di un facile ed immediato sviluppo fuori dall'isola. Così la pensa Laura Zuddas, enologo consulente che agisce in Italia ma é anche ben inserita sullo Scoglio, visto che le tenute agricole di Arrighi, La Fazenda, La Galea e Terre del Granito, se la sono aggiudicata. L'esperta riflette sullo stato della realtà delle produzioni vinicole elbane e spiega la situazione attuale. Importante - dice - per l'isola, la realizzazione di nuovi impianti per tutte le tipologie della Doc Elba. L'ampliamento della superficie vitata isolana, direi in modo particolare di Vermentino, Ansonica, Syrah e con una certa attenzione a quella di Sangiovese, porterà un ulteriore sviluppo, anche grazie alle opportunità offerte dalla revisione del disciplinare delle produzioni Doc Elba del 2010. Ma quali sono le problematiche da superare? Il limite del mercato isolano. La soluzione? L'allargamento degli scenari di vendita, anche in prospettiva nel mercato estero. Nel caso dell'Aleatico, c'è stato un certo slancio che puntava a raggiungere anche sul mercato esterno, ma la produzione dei nuovi vigneti non ha dato risultati sperati, tanto da indurre a puntare attualmente sulle altre varietà di cui dicevo, con chance molto interessanti sul mercato elbano. Comunque l'Aleatico è il vino storico dell'isola, un po' la stessa immagine che connota l'Elba. Il passito, diventato Docg, è molto profumato, "da meditazione", ma di difficile abbinamento in particolare per le cucine "estere". Invece è perfetto se abbinato ai dolci tipici elbani e cioccolato. Ecco che non è semplice farlo accettare in altri lidi e per avere risultati ci vorranno tempo e un'adeguata strategia di marketing. Ma può esserci una ulteriore crescita per le aziende isolane? Certo, può essere ulteriormente perfezionata la tecnica in cantina, - prosegue Zuddas - con cospicui investimenti, abbinata anche alla presenza di enologi e tecnici. La crescita finora ottenuta è da ricondursi a tecnologie innovative ed assistenza enologica affidata a professionisti del settore: un aspetto da consolidare e confermare per il futuro. Quindi occorre personale sempre più attento ed istruito tecnicamente e l'affiancamento ad enologi preparati. Sempre ovviamente nel rispetto della grande esperienza e personalità degli elbani. E' percorrendo questa strada,- conclude la dottoressa che cresceranno i nuovi vini, frutto anche di "alternative" come il Rosato di Aleatico, un prodotto che riscuote già interesse. Con riferimento agli eccellenti prodotti delle Piane (Capraia) e della Tenuta delle Ripalte di Capoliveri.
Stefano Bramanti