Ecletticità, curiosità, desiderio di nuove esperienze, coraggio di affrontare le sfide che la vita ci propone, oltre all’antica amicizia, sono alcuni dei fattori che accomunano le personalità di Oliviero Toscani e Pier Mario Meletti Cavallari, che nel pomeriggio di venerdì 23 novembre, presso la sala congressi del Centro Culturale De Laugier, sono stati relatori in un convegno pubblico promosso dal Lions Club Isola d’Elba con il patrocinio del Comune di Portoferraio.
Dopo l’introduzione del presidente del sodalizio elbano Gabriella Solari ed il saluto del sindaco Mario Ferrari, i lavori hanno preso inizio con la conduzione e moderazione della presentatrice Rossella Celebrini.
Toscani, che per primo ha preso la parola, ha raccontato come in adolescenza, memorizzando e ricordando la poesia di Carducci “Davanti San Guido”, e ripercorrendo in seguito in varie occasioni quei luoghi, se ne innamorò tanto da giungere all’acquisto a Bolgheri di una tenuta in stato di decadimento, a restaurarla, a trasformarla in rinomata azienda vinicola, fino a stabilirvi la sua stabile dimora. La nuova passione per la viticoltura di Toscani si sintetizza nelle sue stesse parole: “La vigna è un posto magico, è quasi divina ed il vino è il succo finale del lavoro e della passione: la passione che è la miglior medicina che uno possa prendere”.
Cavallari, nel corso del suo intervento, ha raccontato le varie vicende che, dalla sua professione dirigenziale, lo hanno portato nel mondo dell’enologia culminando con l’acquisizione di una azienda nei pressi di Bolgheri e, dopo trent’anni, alla sua cessione per dar luogo ad un nuovo insediamento di vigneti, questa volta in una suggestiva località dell’Isola d’Elba. Da qui con l’impianto di vari vitigni, avvalendosi delle esperienze di esperti del settore e adottando misure imposte dai cambiamenti climatici, è riuscito a produrre apprezzati vini di eccellenza che, esportati in vari paesi, contribuiscono, a nostro avviso, a veicolare altrove e valorizzare attraverso i canali dell’enogastronomia l’immagine del nostro territorio.
Ma al di là del suggestivo mondo dell’enologia, l’occasione di parlare di fotografia era ghiotta. E così, stimolato da un paio di domande rivoltegli dalla presidente Solari e dal sindaco Ferrari, Toscani è stato fatto scivolare nell’argomento che gli è più congeniale e che i numerosi accorsi per ascoltarlo si aspettavano.
Secondo Toscani il fotografo moderno deve essere nel contempo autore, scenografo e regista di se stesso così da poter produrre un’immagine che costituisca la memoria storica, la prospettiva della realtà che tu analizzi da solo con la tua coscienza. Il potere dell’immagine fotografica, che esiste da 170 anni, è indiscutibile e a tal proposito il relatore cita un efficace esempio invitandoci a confrontare la sensazione suscitata da un dipinto che riproduce una crocifissione o da una statua priva della testa con la foto di una reale decapitazione o quella nota del bambino annegato e spiaggiato su un arenile.
In conclusione Toscani fa notare come le occasioni per fotografare siano infinite non esistendo un filo d’erba uguale all’altro, un uomo uguale all’altro, ma è necessario saper leggere le immagini ed altrettanto necessario sarebbe poterlo insegnare ai bambini.