L'utero della storia. Cosa sperare in tempo di crisi?
Si parla di cambiamenti storici, di fenomeni che intimoriscono, legati al surriscaldamento del pianeta, a guerre e proliferazione nucleare, agli squilibri sociali ed economici planetari. Ognuno è sollecitato a prendere posizione. Si registra la diffusione di paura paralizzante, rassegnazione, reazione violenta, con smarrimento del bene comune, chiusura nel privato, atteggiamenti di superficialità. Ma c'è anche chi reagisce con varie forme di impegno a favore degli altri e del pianeta.
Questa domenica (2 dicembre), i cattolici iniziano il periodo di Avvento, preparazione al Natale. E il Vangelo, parlando di accadimenti devastanti, ci porge una frase di Gesù: "Quando cominceranno ad accadere queste cose, alzatevi e levate il capo, perché la vostra liberazione è vicina" (Luca 21,28).
La fede in Colui che pronuncia queste parole fa considerare ciò che accade al pari dei dolori del parto: la storia come utero di futuro e attesa del Novum che nasce. Hanna Arendt diceva che la politica è "cominciamento". E' in questa direzione che possiamo, ciascuno secondo la sua specificità, vivere l'attesa in modo operoso.
E' questo un atto di amore per la storia e gli esseri viventi, in linea con la logica del Dio che entra nella storia per amore degli uomini e si fa piccolo, umile e servo. Da qui la responsabilità dei suoi seguaci chiamati a portare l'amore nel mondo, spargendo con mitezza semi di umanità là dove il disumano tenta di rialzare la testa, semi di fraternità universale oltre tutti i confini egoistici.
Nunzio Marotti