Cosimo I de’ Medici, Granduca di Toscana, nel 1548 gettò le fondamenta di Cosmopoli e si occupò di costituire la città in ogni opera militare e civile. Coniò una moneta per consacrare quell’epoca, e perché Cosmopoli fosse popolata, concesse privilegi a chi fosse venuto ad abitarla.
Furono edificate numerose chiese, nonostante la popolazione contasse in quegli anni, solo 463 anime.
La prima chiesa fu la Pieve (oggi il Duomo) costruita nel 1549, senza campanile per evitare di essere individuata dai nemici che si avvicinavano alla rada, e nel 1551, a soli tre anni dalla edificazione di Cosmopoli, Cosimo volle fondare il Pio Sodalizio del Corpus Domini, elevato ad Arciconfraternita da Leone XIII nel 1895.
Il Sodalizio del Corpus Domini ebbe a sua sede iniziale la chiesa della Pieve, presso l’antico altare di San Liborio (oggi della Concezione). Mettendo in pratica le virtù di carità cristiane, alleviavano le pene dei cittadini occupandosi di assistenza, sepoltura dei defunti e opere assistenziali.
Pochi anni dopo nel 1566 per volontà del Magnifico Signore Giovanni Battista de’Medici e molti altri illustri nomi, fu fondata la Confraternita della Misericordia, con sede iniziale presso l’altare del Crocifisso , nella chiesa della Pieve. I suoi membri indossavano una cappa nera, distinguendosi da quelli dell’altro sodalizio cittadino che invece vestiva una cappa bianca.
La confraternita si occupava principalmente di garantire il servizio di sepoltura non solo ai confratelli, ma anche ai semplici cittadini. Ai condannati a morte veniva assicurato conforto spirituale prima dell’esecuzione e un degno funerale, inoltre la Confraternita si occupava dei poveri malati….
Nascono così, in pochi anni e in un contesto di poche anime, le due Confraternite dedite alle opere di carità che hanno accompagnato la comunità portoferraiese nel lungo svolgersi di quattro secoli di storia.
Fin da subito distinte in Bianchi e in Neri, per via del colore delle cappe, avevano sede ai due rispettivi lati dell’altare della chiesa della Pieve, e i fedeli ancor oggi con rigore rispettano, a seconda dell’appartenenza, di posizionarsi a destra o a sinistra dell’altare. Deputate ad occuparsi degli affanni terreni e di quelli dell’anima, ben presto raccolsero attorno a sé la comunità, creando una identità ben definita che si tramandava di famiglia in famiglia.
In epoche in cui la vita del paese era tutt’uno con quella religiosa, in una comunità animata dalla feste e dalle ricorrenze religiose, l’appartenenza alla Confraternita diventava una scelta distintiva familiare.
E, come sempre avviene nelle piccole comunità, bastava un’incomprensione per far scoccare scintille che spesso si trasformavano in veri conflitti, che hanno ancora un posto nella memoria del paese.
Una piccola comunità, che ha trovato la propria espressione sociale nel dualismo dei Bianchi e dei Neri, e che, esperienza quasi unica in territori fisicamente limitati, si è ritrovata con due cimiteri che quasi si fronteggiano, uno rigorosamente dei “Bianchi” ed uno rigorosamente dei “Neri”.
Quattro secoli di storia trascorsi, ma le Confraternite hanno conservato i segni, gli strumenti, oggi quasi tesori, utilizzati per realizzare le opere di carità cristiana.
Ne parleremo per non dimenticare le nostre origini, perché solo sapendo ciò che siamo stati, possiamo comprendere ciò che siamo oggi, e ammireremo di volta in volta parati sacerdotali in seta argento e oro del secolo XVI, il parato finemente lavorato del letto di Napoleone Bonaparte, la copia in bronzo della maschera di Napoleone dell’Antonmarchi, antiche lettighe e sontuosi carri funebri di altre epoche.
Ci ritroviamo sabato 12 gennaio, alle ore 15,00 sul sagrato della Chiesa del Duomo di Portoferraio, per seguire un itinerario dal Duomo alla chiesa del SS Sacramento fino alla chiesa della Misericordia, passando attraverso i loro musei e i luoghi dove è stato conservata la loro memoria.
Alle 17,00 l’appuntamento è al centro congressuale De Laugier dove “gli storici” e “i conoscitori” ci racconteranno di questa nostra affascinante storia di paese.