Il Lions Club Isola d’Elba continua la proposta di appunti della nostra terra, con persone comuni e personaggi fuori dal comune che evocano profumi, sapori e storie.
Il prossimo appuntamento per la rassegna 'Incontri Toscani' è con Fabio Picchi giovedì 24 gennaio 2019 alle 18,00 al Teatro dei Vigilanti – Renato Cioni.
Cuoco e mangiatore, personalità eclettica, esuberante e piena di energia, appassionato di cose autentiche, di contadini, norcini e pescatori, di teatranti, di cantanti e musicisti.
Romantico e attento conoscitore degli “umani”.
Arriva dal cuore di Firenze, con il Ristorante e caffè e trattoria “Il Cibreo” e “Il Teatro del Sale”.
Ogni esperienza serve a renderlo “baluardo” di un certo modo antico di interpretare la cucina, di rendere attuali gusti perduti.
Il Teatro del Sale, ricavato in una porzione dell’antico convento delle Malmaritate, è una “locanda dell’accoglienza”, come è accogliente l’idea di cucina che “il Picchi” propone: musica, magia, atmosfere e i piatti che diventano esperienze dei sensi.
Storie trascritte sulla carta, molte, singolari, sempre stuzzicanti, i titoli parlano da soli, mai semplici prove di cucina ma sempre un insieme di emozioni, passioni, analogie : “Il segreto della mezzaluna. Con il ricettario delle sette stelle”, “Papale Papale. Ricette che salvano l’anima”, “Senza vizi e senza sprechi. La virtù in cucina e la passione degli avanzi”, “Ostriche rosse per Napoleone”.
Singolare anche il suo rapporto con l’Elba, quella autentica delle tradizioni, delle piccole osterie, di una cucina espressione del mare e della terra elbana, frutto di un amore nato all’improvviso in un lontano 1981 addentando, in un baracchino anni ‘50 alle Ghiaie, un panino con splendide acciughe che parlavano di mare di freschezza di un intrigante peperoncino che le rendeva uniche…
Il Picchi conoscitore di umani, che ha guardato curioso tra le acquoline in bocca, gli occhi attenti, gli amanti, i cantori di viaggi, di politica, di storia e filosofia, che sono passati tra i suoi tavoli nello snodarsi degli anni, mai uguali l’uno all’altro, mettendo in scena la vita tra le chiacchere da osteria.
Alla fine la cucina e i suoi gesti ne escono come un rivoluzionario piano culturale, capace di interpretare virtù, di allontanare solitudini e malinconie, come coinvolgente messa in scena di anime.