Leopolda Conci, detta Poldina, vedova Tesei nata il 2.3.1913, a Campo ai Peri di Portoferraio, è entrata di diritto nel "club" dei centenari elbani. Secondo le statistiche dovrebbero essere 18 sull'isola e i dati parlano di una fiorente terza età nei vari Comuni, soprattutto quelli collinari. "Gli affetti, la semplicità e la pace del mio paese sono il segreto della mia lunga vita". Ha detto Polda alla recente maxi festa che ha reso onore all'anziana, ancora in buona salute e ben lucida di mente.
A darci notizie Marta e sopratutto il nipote Federico. “ Poldina ha frequentato la prima e forse la seconda elementare- ha detto- a quei tempi le donne non “dovevano” studiare. Babbo di Leopolda fu Leopoldo Conci di Capoliveri, la madre Maria Provenzali di Campo ai Peri. Suo fratello è Oreste nato nel 1915, padre di Adua e nonno di Daniela, Monica e Moreno. Si sposò con Gino nel 1938 nella chiesa di Sant’Ilario e suo marito è morto nel 1972 all’età di 56 anni. Di mestiere faceva lo scalpellino nella cava di granito di Valle Grande tra Sant’Ilario e San Piero. Loro hanno sempre vissuto nella casa attuale e nonna ha fatto la casalinga e da giovane, se gli capitava, andava a fare le faccende domestiche in casa di altri. Non ha mai saputo rammendare, fare la maglia,l' uncinetto o altro. Il suo compito era pulire la casa, preparare il mangiare e andare a fare la spesa, una donna semplice, inesperta di tutto il resto, ma dal cuore d'oro. Mio nonno aveva un appezzamento di terreno che lo coltivava e portava a casa la frutta e la verdura. Il suo primo mezzo di trasporto è stata la Vespa, con la quale raggiungeva Marina di Campo per le commissioni della famiglia. Raramente andava a Portoferraio, solo per vedere qualche film al cinema. Mia nonna c’è salita poche volte perché nonno non era molto capace e c’era sempre il pericolo che cadesse”. Poi il racconto prosegue notando che Poldina si è sempre vestita allo stesso modo, con le vestaglie abbottonate davanti, come adesso, la retina per tenere i capelli, le scarpe di rete della Superga d’estate e di panno l’inverno. La semplicità di cui diceva il nipote e una vita fatta di certezze e sicurezze. “ Non ha mai portato il reggiseno – continua Federico – e a 100 anni mangia di tutto non ha una dieta particolare. Ha sempre bevuto il vino con l’acqua e prima di diventare anziana beveva anche il Marsala, il Vov e la China Martini. Mangia spesso alimenti fritti e le piace molto il pesce. Non è golosa di dolci. Insomma credo che il suo elisir di lunga vita sia stato condurre una vita raccolta in un piccolo paese, sempre in casa, lontana da insidie dello stress e la frenesia della vita moderna. Ha avuto due figli, Marino si è sempre arrangiato da solo a lavorare come falegname e poi alle acciaierie di Piombino. L’altro figlio Vasco faceva il solito lavoro del padre, lo scalpellino ma in Svizzera, poi negli ultimi anni di lavoro il taglialegna”. Quindi Poldina una campionessa di umiltà gioiosa, ha sempre frequentato la casa del fratello, dei nipoti, del figlio, perché ha amato il calore familiare e in particolare ha voluto seguire i suoi nipoti, che la frequentano sempre. “ E’ una zia e una nonna premurosa – conclude Federico- Ricordo come per carnevale e per l’epifania gli piaceva travestire i nipoti e li faceva girare per il paese e ci divertivamo un mondo”.