Muoviti di Gioia Bianchi
Muoviti,
dolce corpo
imprigionato
tra spazio e tempo.
Sciogliti
nell’alcool,
scaldati,
liberati.
Fuggi
Da questa dimensione
amara.
Torna nel tuo mondo,
alza la testa
e vai
dove in pochi
sono disposti a raggiungerti.
Brilla
della tua luce,
non farti oscurare
dal disprezzo altrui.
Non farti trascinare
dove non sai
dove non vuoi.
Lasciati andare,
dolce corpo,
fallo per me
che ti ammiro
dall’alto.
Intossicati
Di sogni e fantasie,
avvelenati
di felicità.
Ascoltati,
amati,
muoviti.
Ho sognato….. della classe IIIA Scuola Primaria Capoliveri
C’era una volta una bambina, piccola e paffutella, amava il mare e correva dietro ai gabbiani, si bagnava con la spuma dell’onda.
La domenica il vestitino della festa e le scarpette di pelle lucida.
Gioiva di tutto e di niente, sentiva il cuore scoppiarle di felicita’: era amata enormemente!
C’era una volta una ragazza che voleva conquistare il mondo, con l’impegno e la costanza e, come i gabbiani che tanto amava, volava alto carica di ideali.
Non voleva essere uguale alle altre, non le interessavano tanto i bei vestiti, sentiva che c’era qualcosa di piu’ da scoprire e da dare!
C’era una volta una donna che si innamora di un principe, che non era proprio tanto azzurro, ma che a modo suo l’amava e la rispettava.
La Natura, perfetta, concesse alla donna la conquista di essere madre.
Un piccolo da proteggere, da inondare d’amore,come era accaduto a lei un tempo,
la gioia di una famiglia sua.
Voci squillanti riempivano la casa, profumi di torte per i compleanni, giochi sparsi per la casa, la stanchezza che pesa sulle spalle a fine giornata.
Una donna cuoca, colf a tempo pieno, infermiera al bisogno, consolatrice quando le lacrime scendono…
Timore per un figlio che rientra tardi, per i primi timidi amori, per le adolescenti contestazioni.
Poi un giorno senti’ un grande silenzio scendere sulla sua casa: non c’erano lacrime da asciugare, ma erano le sue che scendevano copiose sul viso segnato dalle rughe!
Non poteva lasciare finire cosi’ la sua vita nell’incompletezza: cerco’ nel cassetto dei sogni quelli mai realizzati, mise gli occhiali per vedere meglio i bisogni di chi le stava intorno, dette ossigeno e vita a quella ragazza che ancora era in lei… e ricomincio’ a vivere, a volare alto come i gabbiani che tanto amava da bambina, a dare incondizionatamente…..
Ho sognato ……semplicemente una donna!
Messaggi Rassicuranti dal Futuro di Tatiana Paolini
Non c'era spazio per me sull'isola, non c'era spazio e c'era troppo sole. Che cosa cercassi era chiaro. Un'altra isola, più grande e più verde. Per cominciare tutto da zero, in un posto dove nessuno mi conosceva.
Quello che era successo a me, le perdite che avevo subito, altro non erano che il preludio di ciò che doveva succedere alla terra, ma questo non potevo ancora saperlo.
Tutto sarebbe cambiato.
Io, ventenne, inconsapevole che quello in cui vivevo fosse
un mondo finito, volevo cambiare isola, e lo feci. Unica certezza, partire. Aprii l'atlante stradale e la vidi uscire dal quadrante b-4 di pag 3 come fosse quadrimensionale. Attraversai il paese in perpendicolare, verso nord e finalmente, la raggiunsi.
Tutto ciò per cui siamo qui, insieme, oggi, nacque così.
Era il 2013, l'ultimo anno del "vecchio mondo".
Tutti voi, giovani amici presenti, lo conoscete solo per
sentito dire. Avete avuto la fortuna di nascere nel "mondo nuovo", illuminato, dove tutto è diventato facile, e onesto, per le donne, addirittura un nuovo "Universo"!
Non era così prima del grande Black Out del "13, e neanche
subito dopo. Oggi, a distanza di 75 anni da quei giorni,
sono una delle ultime testimoni del cambiamento e sono onorata di poter condividere con voi il frutto che esso ha prodotto nella mia splendida vita. Una vita andata ben oltre i sogni di una ventenne scatenata che nel "13 mollò tutto e scappò, determinata ad arrivare fin qui, senza sapere perché, come in preda ad un gesto di follia che, invece, era un semplice lampo d'intuizione.
Ma come facevo a saperlo?
All'epoca c'ero dentro fino al collo.