Amenofi III, faraone costruttore di templi, è in disaccordo con Ptamose gran sacerdote di Amon, il dio delle vittorie, adorato e glorificato in Tebe. Per la morte prematura del figlio ereditario è quasi costretto dalla grande sposa reale Tye a prendere in considerazione come successore il principe Amenotep che aveva tenuto lontano da corte per le sue deformità fisiche.
Amenotep ha studiato nella scuola segreta della biblioteca di Iunu (Eliopoli) venendo a conoscenza del dio sole Atum.
Ama Nefertiti e con lei adora Aton.
Il padre nella festa Sed di rigenerazione lo innalza a suo coreggente nel governo delle due terre.
Gli succede, dopo la morte, col titolo di Amenofi IV, faraone.
Ha accanto, come grande sposa reale, la bella che è arrivata: Nefertiti.
Con lei sfida il potere del clero di Amon.
E’ fatto oggetto dal gran sacerdote di Amon di tentativi di uccisione dapprima tramite Kia, che poi diviene sua seconda sposa reale, e poi da parte Ris, arciere che fa parte della sua guardia personale.
In Tebe, contrappone al culto di Amon quello di Aton, facendo togliere Amon dal tempio di Karnak e chiudendo i suoi templi ne apre altri dedicati ad Aton.
Poi cambia il titolo con cui è salito al trono prendendo quello di Akhenaton, colui che è utile ad Aton, e Nefertiti quello di Neferneferuaton, colei in cui meravigliosa è la bellezza di Aton.
Ispirato in sogno da Aton va alla ricerca della terra che il dio ha indicato.
Nel deserto sulla sponda opposta del grande fiume, davanti ad Ermopoli trova la terra di Aton e qui fonda Akhetaton, lo splendore di Aton.
Una nuova città con una nuova religione e un solo Dio da adorare nel grande tempio.
Nefertiti Neferneferuaton resta ammirata dalla maestria dell’architetto Tutmose e da lui si fa ritrarre in un busto…
Il romanzo rievoca la nascita del culto di una sola divinità (monoteismo) in epoca politeista.
Anche se forse è più corretto parlare di enoteismo, non vi è dubbio che Akhenaton e Nefertiti siano precursori del monoteismo.
Sono certamente i primi che tremilacento anni orsono adorano Aton (il sole) dio della luce senza assegnare un aspetto antropomorfo come invece era per tutti gli altri dei dell’antico Egitto: un semplice disco da cui escono mani che danno e porgono vita.
Aton, un dio non più nascosto come Amon, ma visibile a tutti, dispensatore di vita per tutti (inno ad Aton).
Tutto questo avviene solo e soltanto tramite l’unico e sommo pontefice Akhenaton, colui che è efficace per Aton,con accanto Nefertiti, la bella che è arrivata.
Una rivoluzione della fede che si trasmette anche nell’arte dove il faraone non è più raffigurato come colui che vince e domina ma appare così come è nelle sue fattezze fisiche e così come vive nella vita quotidiana.
Il racconto termina proprio dando interpretazione alla mancanza dell’occhio sinistro del celebre busto di Nefertiti esposto a Berlino: una delle più alte espressioni dell’arte amarniana.
Il romanzo vuole essere omaggio alla civiltà antica dell’Egitto da cui il sottoscritto è sempre stato affascinato.
Il messaggio che trasmette è che l’amore di un uomo e di una donna, Akhenaton e Nefertiti, unito alla fede, sono rivoluzionari.
La lettura è perciò rivolta a tutti e, in particolare, a chi ancora oggi crede nella forza e nel potere del binomio amore-fede la cui sintesi è nell’occhio di Ra in copertina.
“Akhenaton e Nefertiti. Colui che è utile ad Aton e la bella che è arrivata”.
ISBN 978-88-3387-107-3
Autore Marcello Camici. CTL Editore Livorno 2019.
Pagine 182. Formato brossura. Euro 14
In libreria ed online sul sito https://www.libreriauniversitaria.it/akhenaton-nefertiti-colui-utile-aton/libro/9788833871073 e
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