Quando la crisi economica globale ha bussato alle mie tasche ho dovuto fare delle scelte per correre ai ripari. Facilitata dall'ubicazione della mia casa, in zona centrale, vicina un po' a tutto, la mossa più azzeccata che ho fatto, è stata quella di rinunciare all'automobile. Risparmiando quei 4/5000 euro che l'uso e la manutenzione di una macchina richiedevano ogni anno, le mie finanze si sono sicuramente riossigenate, ma adesso, a distanza di 15 mesi da quella scelta, le conseguenze a cui essa ha portato sono molto più significative rispetto al mero risparmio economico. Apprezzo, per esempio, il fatto di non produrre più inquinamento, né atmosferico, né acustico e di non contribuire al congestionamento delle strade. Mi piace evitare le situazioni di stress in mezzo al traffico o per mancanza di parcheggi. Non rischio problemi di salute legati alla sedentarietà.
Ma, in bicicletta, si sa, dei limiti ci sono e, vivendo a Portoferraio, quei limiti sono San Giovanni e San Martino. Non ce la faccio proprio a pedalare più in là di queste due località e per spostarsi oltre, l'uso del mezzo pubblico si impone.
Ecco che si svela il punto debole, non della mia scelta sia chiaro, ma del sistema di trasporti locale e dell'orientamento politico in materia.
"Un Paese non è sviluppato quando i poveri posseggono automobili, ma quando i ricchi usano mezzi pubblici e biciclette" queste parole, pronunciate qualche mese fa dal sindaco di Bogotà Gustavo Petro, sintetizzano ed esprimono splendidamente qual'è l'approccio culturale che andrebbe riservato all'argomento.
In un momento così delicato per l'economia e per l'ambiente, l'uso dei mezzi pubblici dovrebbe essere incoraggiato e incrementato.
Il trasporto pubblico dovrebbe diventare centrale negli interessi degli amministratori elbani perché esso rappresenta un indice di modernità, sviluppo della sostenibilità e della qualità della vita.
Prendiamo ad esempio Lacona. È una delle località più frequentate turisticamente, ed anche una miniera di posti di lavoro per i tanti hotel, campeggi e ristoranti che vi si trovano. L'orario estivo ATL prevede solo due collegamenti al giorno con Portoferraio (h. 9,30 e 13,10), di cui il secondo passa anche per Bagnaia (Lacona-Bagnaia-Portoferraio: 1 ora circa!). Per il turista, diventa impossibile decidere di fare a meno dell'auto, e chi, come me, un'auto non ce l'ha, non ha nessuna possibilità di accettare un posto di lavoro in una località così mal collegata.
Questo esempio semplifica solo il lato pratico della faccenda, ma da esso si può partire per fare un'analisi del sistema retrogrado locale.
In passato, l'auto ha rappresentato una conquista di libertà, un segno di miglioramento del benessere e l'idea della velocità è stata affiancata a quella di moderità, ma questi principi, oggi non valgono più. Oggi, la modernità è molto meglio rappresentata dal trend nord europeo, dove l'uso della bicicletta e l'intensificazione dei mezzi pubblici hanno portato a considerare l'uso dell'automobile un comportamento da biasimare.
Mi si dirà che non ci sono i fondi per realizzare un nuovo progetto in tal senso, ma l'inquinamento e la salute dei cittadini, quanto costano?
Negli ultimi 15 mesi, ho usato spesso i mezzi "urbani" e ho potuto constatare quale ne sia l'utenza; anziani, giovanissimi, extracomunitari e donne, soprattutto donne. Esiste quindi, anche un aspetto sociale dell'argomento, in cui l'autobus diventa un luogo d'incontro, di scambio e di conoscenza, elementi determinanti per rafforzare la coesione sociale, la comprensione della diversità e stimolare vincoli solidali tra le persone.
Tutto questo pone domande urgenti alla politica, la quale, per fare un salto di qualità, deve rendersi conto di quanto il servizio elbano sia antico e insufficiente per mancanza di capillarità e inadeguatezza degli orari.