Gruppo intrepido e baciato dalla sorte quello che è partito il 24 ottobre da Portoferraio alla volta di Napoli, sfidando una allerta meteo (rivelatasi per fortuna clemente), o almeno questa è stata la mia impressione a sentire il racconto del viaggio e a notare l’entusiasmo nei volti dei diretti interessati al rientro al Cerboni.
Il 25 e 26 ottobre quasi tutti i componenti del Dipartimento di lingue straniere dell’Istituto di Piazzale Buttafuoco hanno preso parte presso l’Istituto Grenoble, nella pittoresca cornice del centro storico partenopeo, al Seminario Nazionale Lend 2019 dal titolo “Dove va la didattica delle lingue? Vecchi problemi, nuovi strumenti”. Tra i 150 partecipanti provenienti da tutta Europa per il Cerboni erano presenti i Professori Elena Bianco, Josiene Giachetti, Mariangela Iannello, Donatella Mori e Delia Scotto (docenti di lingua e cultura inglese), Marida Burrascano (docente di lingua e cultura francese), Davide Coviello e Manuela Mereu (docenti di lingua e cultura tedesca).
L’intenso programma del seminario ha visto il susseguirsi di illustri relatori che hanno lasciato in chi li ha ascoltati, emozioni indelebili. Le parole della Prof.ssa Burrascano non lasciano dubbi “è stato un onore per me essere presente, i relatori sono stati i miei mentori ai tempi dell’Università, autori dei libri che mi hanno formata”. Un ventaglio di conoscenze ed esperienze, quelle dei relatori, che abbraccia Università europee e d’oltreoceano (Docenti dalle Università di Genova, di Pavia, di Roma Tor Vergata, di Firenze, della Columbia University, del Goethe-Institut, della Gutenberg University e dell’Università di Oxford).
Colgo l’occasione per chiedere alla Prof.ssa Burrascano come sia nata l’idea di prendere parte a questa interessante opportunità formativa e mi spiega che “il Dirigente Scolastico, la Prof.ssa Alessandra Rando, ha invitato tutto il Dipartimento di lingue straniere a partecipare perché è convinta che investire nella formazione voglia significare investire nella qualità dell’offerta formativa del Cerboni”.
Trovo conferma di ciò in un abstract del programma del Seminario: “Insegnare una lingua induce ogni docente a riflettere costantemente su come sia possibile rendere l’apprendimento delle strutture linguistiche più interessante e incisivo, superare la mera memorizzazione di regole ed eccezioni, favorire una acquisizione più efficiente, e offrire agli studenti una visione olistica della lingua, dei parlanti e dei contesti d’uso”.
E’ più di una curiosità, allora, che mi spinge ad approfondire cosa abbia lasciato tutto questo dispiego di sapienti ed esperti relatori negli uditori. Per la Prof.ssa Giachetti è stata l’occasione per rafforzare “lo spirito di squadra all’interno del Dipartimento di Lingue; farò fruttare ciò che ho appreso cercando di attuare il cambiamento nel mio modo di insegnare dando sempre più importanza alla lingua viva, in continua evoluzione, cercando di integrare lo studio delle strutture ma non rendendole assolutamente prioritarie”. Anche la Prof.ssa Iannello focalizza l’attenzione sull’importanza del “lavoro di squadra tra colleghi” e aggiunge “ciò che ho appreso, ancora di più, è quanto l’insegnamento delle lingue sia fondamentale in un mondo in cui il digitale è sempre più presente all’interno della didattica…spero di migliorare insistendo sull’uso di strumenti digitali integrandoli al tradizionale metodo di insegnamento stimolando la curiosità degli alunni”. E la curiosità sembra essere un altro filo conduttore nelle parole della Prof.ssa Mereu che prende in prestito un pensiero del relatore Francisco Mora per raccontarci la sua esperienza: “El celebro sòlo aprende si hay emociòn. Nada se puede aprender sin una atenciòn despierta, sostenida, consciente. Y nada despierta màs la atenciòn que aquello que se hace diferente y curioso”.Sebbene l’italiano e lo spagnolo siano “lingue romanze” e quindi con innegabili somiglianze, ci viene in aiuto la Prof.ssa Bianco per tradurre questa citazione “lo scopo dell’insegnante è proprio quello di spingere i ragazzi a imparare con piacere. La curiosità è un mezzo importante per apprendere. Senza interesse e curiosità non si impara”. Anche la Prof.ssa Mori si dimostra entusiasta “oltre ad essere stata positiva dal punto di vista umano, ha dato modo a tutti noi di scambiare opinioni e punti di vista. La ricaduta sarà senz’altro positiva non certo perché ci ha fornito una soluzione magica, che non esiste – anche buona parte dei nostri relatori ne era consapevole – ma perché ha scaldato il nostro cuore, a noi amanti delle lingue, ha rinnovato il nostro entusiasmo nel cercare di trasmettere ai nostri studenti questa nostra passione”.
Per la Prof.ssa Scotto “Condivisione e allegria, due parole che ben rispecchiano questa esperienza umana e didattica, che per me sono anche alla base dell’insegnamento. Non basta trasmettere, bisogna rendere partecipi chi ci ascolta ed incuriosire comunicando serenità e, perché no, gioia di farlo”.
E quando sembrava ormai un incontro tutto al femminile ecco che interviene il Prof. Coviello che - in netta minoranza considerato che le sue compagne di viaggio erano tutte gentildonne – ha preso parte al Seminario. Ci lascia questa suggestione: “nuovi stimoli ad integrare la digitalizzazione nella didattica e la conferma che l’uso della tecnologia può essere un ottimo strumento didattico”.
E considerato che la fortuna aiuta gli audaci, i Professori Burrascano e Coviello sono tornati a casa con due Borse di Studio vinte a sorte durante il Seminario. La docente di Francese partirà prossimamente per Nizza all’Università della Francophonia e il docente di Tedesco andrà a Berlino al Goethe-Institut.
Un gruppo di insegnanti partito, quindi, dall’Elba per interrogarsi sui propri metodi didattici, pronti a far tesoro di spunti, suggerimenti, nuovi metodi che possano migliorare la qualità del loro insegnamento. E proprio a loro, va il nostro grazie perché non hanno smesso di voler apprendere di fronte ai continui cambiamenti che la vita propone, nella consapevolezza che deve accomunarci tutti che (parafrasando le parole di Socrate) la vera saggezza sta in colui che sa che c’è ancora tanto da sapere.
Emanuela De Domenico (ITCG Cerboni)