Ho letto su Elbareport l'articolo sul Porto Cantieri e avrei alcuni spunti di riflessione da Proporre. In due anni come commerciale diretto Sanlorenzo, avendo aiutato a "scrivere" la Global Order Book con oltre 70 contratti firmati qualcosina credo di poterla dire.
1) di tutte le imbarcazioni/navi solo il 15% è destinato all'Italia
2) Il mercato del tirreno del nord è quello che "assorbe" la maggior parte delle imbarcazioni di cui sopra, ma l'Elba è solo un crocevia di passaggio, non avendo attrattive a terra per gli armatori.
Si può notare infatti come tante imbarcazioni restino solo poche ore in darsena, per ricaricare batterie, serbatoi e poi viaggiare la notte verso la Sardegna.
3) Per imbarcazioni più piccole il continente prossimo è super attrezzato (vedi nuovo porto di Piombino) e l'Elba è a un tiro di schioppo, senza contare i molti servizi dati dalla costa che noi ci sognamo (e il collegamento autostradale)
4) I refit non vengono praticamente fatti sullo scoglio per due motivi: mancano le competenze e mancano le attrattive per gli equipaggi. Il porto di massa, al confine col magra, ha una torre con tutti i comfrot per gli equipaggi, non a caso le imbarcazioni vogliono andare tutte lì o alla Lusben a Viareggio. Anche Pisa si sta muovendo nella stessa direzione.
Credo in definitiva che il progetto, per avere un successo sociale, abbia bisogno di due cose:
1) una cordata di imprenditori che investano per aumentare il servizio offerto (chi ha un 50 metri non vuole rimanere all'Esaom una settimana o mangiare in trattoria, vuole Lusso e Servizi).
2) Un nautico, un alberghiero e un istituto tecnico marittimo per formare equipaggi e tecnici come avviene a VG, a Massa e Spezia (non a caso gli istituti sono in mezzo ai cantieri).
A.P.F.