Si è trattato di un evento accolto dalla cittadinanza elbana con festeggiamenti e commemorazioni in quest’ultima settimana d’agosto in cui Napoleone insieme ai suoi ufficiali rivendica la riappropriazione del Regno della sua Isola.
Non poteva mancare all’Elba una nota di folclore prima del crepuscolo dell’estate, riferito al periodo storico del massimo interesse mondiale, quando la presenza del Grande Corso nell’Isola, offuscò per oltre nove mesi quella di Cosimo de’Medici che aveva lasciato alla storia Cosmopolis, ossia, la più ammirata e copiata difesa militare marittima del Gran Ducato di Toscana.
Già dalla scorsa settimana Napoleone con il suo Stato Maggiore era stato segnalato non distante dal circondario di Procchio, graziosissima insenatura urbana antistante al mare aperto, dove la cerimonia del suo atteso arrivo era stata preparata con il fasto che si deve, nello spazio del anfiteatro all’ aperto del paese da cui i presenti avevano atteso l’ingresso di Napoleone e del suo seguito. Non smentendo la caratteristica strategia della sorpresa, ecco avanzare dalla parte opposta, ossia da quella del mare, l’Imperatore con un elegante staff di ufficiali in alta uniforme, in un contesto di stendardi, di pennacchi svolazzanti e di divise sgargianti.
Il richiamo dell’Elba
Ma oltre alla sorpresa, anche lo strappo al protocollo in omaggio a tanta accoglienza, Napoleone in persona, i suoi ufficiali e le nobildonne di corte al seguito, si fondono con i presenti. Non poteva mancare per l’importanza dell’evento di riappropriazione del territorio la inseparabile sorella Paolina, sbarcata anch’essa per l’occasione, sulla spiaggia di Procchio; tutti accolti dalla popolazione con grande tripudio.
Non sembri che la descrizione di questo incontro sia una narrazione di fantasia.
La documentazione fotografica darà ragione ai festeggiamenti e al compiacimento del rinnovato interesse dell’Imperatore per l’Elba, per essersi finalmente deciso a completare il Regno.
Procchio tra farsa e folclore
Qualcuno anzi probabilmente molti lettori, si chiederanno perché mai in questa rievocazione storico-folcloristica si possa parlare di Procchio come territorio di riappropriazione “dimenticato” da Napoleone al tempo in cui egli scorrazzava con il suo cavallo in tutta all’Elba, ponendo anche sulle alture più aspre, le sue diverse dimore. Napoleone infatti all’Elba si interessava di tutto mentre stava preparando il suo rientro in Francia attraverso la Corsica. Ogni luogo dell’Elba era utilizzato per l’osservazione incognita delle navi inglesi che intendevano scongiurare la possibilità di fuga dall’Isola. Procchio guarda caso, è praticamente l’unica località situata in una zona marina a nord dell’Isola da cui non si vede la Corsica, motivo per il quale non avrebbe consentito a Napoleone o a chi per lui, di osservare il movimento della flotta inglese tra l’Elba e Bastia per impedire la sua eventuale evasione. Probabilmente per l’ impossibilità di osservazione, il territorio costiero intorno a Procchio è rimasto di fatto, zona franca del Regno. Anche gli abitanti di questo ridente piccolo paese adagiato su una delle più belle spiagge di sabbia dell’isola d’Elba, ne sono consapevoli. Qualcuno ha voluto addirittura evidenziare l’assenza di Napoleone da Procchio, considerata una sorta di zona libera, tanto che nella piazza principale di questo paesetto c’era una volta un ristorante, ora gelateria, dove ancora sopra la porta vi si può osservare una lapide di marmo scolpita con le parole: “Qui Napoleone non venne mai, non mangiò mai, mai!”.
La relatività del tempo
Nell’ultima serata di gala, durante i festeggiamenti del ritorno dell’Imperatore quando alle deboli luci del tramonto subentrava il buio della notte, neppure i fari della illuminazione elettrica scalfivano la surreale felliniana atmosfera storica dominante dei protagonisti, tutti in abito di gala per l’occasione.
Il vecchio dio Kronos che scandisce il tempo dei mortali, sarebbe frastornato assistendo ad una sorta di ritorno al futuro di Napoleone in cui, attonito e pensieroso ha assistito alla declamazione di alcune sue pagine sentimentali e ed altri scritti altrui in occasione della sua morte. Infatti, nelle serate precedenti erano salite sul palco allestito per la circostanza, la brillante animatrice della serata Tiziana Criscuoli insieme all’altrettanto fascinosa attrice Francesca Ria per declamare alcune poetiche composizioni letterarie di Napoleone. In vero questi non compose mai una poesia, almeno una poesia meritevole di questo nome. Scrisse invece un romanzo incentrato su un molto probabile autobiografico intreccio di amori che rimase poi, incompiuto. Inviò alcune lettere amorose alla sua prima moglie Giuseppina di Beauharnais e altre molto sofferte di delusione alla seconda, ossia a Maria Luisa d’Austria.
Il lato poetico di Napoleone soldato si può forse meglio cogliere da alcuni spontanei simbolismi, diciamo sentimentali, tracciati sulla parete proprio sopra il suo letto nella dimora di San Martino. Vi è là un poetico ma anche ambiguo affresco di due colombe in volo in senso opposto, che alludono alla moglie Maria Luisa e a lui stesso, le quali allontanandosi tra loro a causa degli eventi, tengono però nel becco le due estremità di un nastro con al centro un nodo di amore che sempre più si stringe, impiccolendosi. Interessante e poetica ma altrettanto ambigua come l’immagine, è la scritta di suo pugno sotto le stesse colombe: “Ubicunque felix. Napoleon”.
La cena di gala
Come non parlare della cena finale di gala? Cena preparata con notoria abilità gastronomica dal rinomato cuoco, lo chef Michele Nardi e dai sui maestri di cucina, a Napoleone e al suo staff di ufficiali, agli eleganti cittadini e ai graditi ospiti del Regno, con un coreografico ritorno alle delizie culinarie del passato; delizie che fanno riflettere come anche a quei tempi, per chi poteva permetterselo, non erano le delicatezze gastronomiche che mancavano. A questo ha pensato il Maestro di gastronomia Alvaro Claudi con una dotta rievocazione culinaria dell’epoca, ricca di particolari e di precisazioni sulle spezie utilizzate nell’ottocento storico. Egli è infatti spiegato che per conservare più a lungo possibile la commestibilità dei cibi, in mancanza dei nostri moderni sistemi di conservazione, ossia dei frigoriferi, si ricorreva all’uso delle spezie costosissime fino quasi alla preziosità, di provenienza soprattutto dalle lontane Indie; spezie con le quali si mascherava i sapori indesiderati. Questo riscontro gastronomico si trova anche nelle motivazioni per le quali Colombo chiese e alla fine ottenne da Isabella di Castiglia, il permesso di raggiungere più facilmente l’India via mare. Sennonché a mezza strada si imbatté nell’ America. Con una punta di ironia si può dire che se a quei tempi ci fossero stati frigoriferi, Colombo non avrebbe scoperto l’America.
I documentari
Una piccola parentesi folcloristica locale della serata, ha riguardato un documentario sulla produzione di un particolare vino dell’ Isola d’ Elba che ha illustrato come la impresa agricola Arrighi abbia in qualche modo trasformato dal passato remoto ellenico, la produzione del vino in un moderno sistema innovativo; sistema che conferisce al prodotto finito, attraverso un sofisticato impiego delle risorse marine costiere elbane, una ricchezza di sapore da rendere questo vino più unico che raro. La produzione ovviamente è limitata ad un numero insufficiente di bottiglie che vengono richieste; tanto che solo a Napoleone durante la cena è stata servita la preziosa delizia. Il nome di questo vino prodotto dalla azienda Arrighi è sfuggito nell’ ascolto, non soltanto a chi scrive.
Interessante e approfondito è stato il film-documentario evocativo dell’epoca napoleonica elbana ”L’esilio dell’ aquila” sui forti diversivi adottati dall’Imperatore per far fronte alla sua immaginabile depressione dopo la sconfitta: dalla compagnia di consolatrici presenze femminili, alla disperata ricerca di importanti contatti politici per lasciare l’Isola; dalla frenetica attività nei luoghi di osservazione marittima più congeniali, ad una ben organizzata festa da ballo per dissimulare la partenza.
Il film è stato prodotto con professionalità da Stefano Muti, figlio dell’indimenticabile Giovanni, direttore di Elba Notizie, recentissimamente scomparso. Vanno a Stefano i complimenti dell’ottima impostazione di contenuto e di regia.
La serata
Approfondita e ottima è stata la regia dell’intera settimana dei festeggiamenti di Procchio, organizzata dal Associazione Procchio Napoleonica, commentata con classe e professionalità dalla presentatrice Tiziana Criscuoli a cura del Comune di Marciana con la coreografia sopra descritta.
Al commiato dell’Imperatore e del suo seguito si è colta tra i presenti l’ indiscrezione sussurrata personalmente da Napoleone agli orecchi di qualcuno. che sarebbe ritornato l’anno prossimo alla condizione di una cena con vino della Azienda Arrighi, di cui gli era sfuggito il nome ………ma questa volta per tutti e a volontà.
Alberto Zei