All’Azienda Agricola Biologica Montefabbrello ci vado ogni volta che posso regalarmi momenti di bellezza. Dico sul serio: andare a casa di Dimitri e Nelly, significa concedersi una generosa boccata d’aria e scoprire realtà dinamiche, gioiosamente innamorate del territorio, che con dedizione e impegno svolgono un lavoro di recupero delle tradizioni arricchendole del loro personale valore aggiunto (quello umano).
Questa volta sono andata a Montefabbrello per partecipare all’inaugurazione del nuovissimo mulino grazie al quale Nelly e Dimitri saranno in grado di autoprodursi la farina necessaria a preparare pane, pasta e dolci . Quest’anno infatti qui all’azienda agricola hanno seminato il grano Senatore Cappelli, noto per l’ eccellente semola che se ne ricava ma caduto in disuso con la progressiva industrializzazione del processo produttivo.
Alla dimostrazione del funzionamento del mulino, Dimitri ha associato una piacevolissima cena interamente realizzata con le farine autoprodotte e resa ancora più interessante dai contributi di Francesca Moncini, nutrizionista che ci ha accompagnati in un viaggio alla scoperta dei processi di raffinazione che di fatto rendono le farine industriali prodotti di pessima qualità a tutto danno della nostra salute, facendoci dunque apprezzare ancora di più l’ulteriore sforzo compiuto da Nelly e Dimitri nel dotarsi di un proprio mulino per la realizzazione quotidiana della farina.
Ma non finisce qua. All’Agriturismo Montefabbrello, alla produzione del vino (compresa quella dell’ansonica zampicata, che si propone di far rivivere in una giornata di grande festa collettiva il giorno della vendemmia e dei giorni in cui l’uva veniva “zampicata”, appunto, nel palmento) si affiancano tutta una serie di attività che io definirei anche culturali, considerato il lavoro di ricerca storica che sottende la loro realizzazione, che hanno a che fare con l’orto biodinamico nel quale si coltiva la cipollotta autoctona della Zanca ma anche i frutti antichi quali la pera zucchetta, la pesca sanguigna, il susino nero e altri.
Io sono fermamente convinta che il lavoro di Dimitri e Nelly, come quello di molte altre persone che ho la fortuna di conoscere e che, con caparbia determinazione, lavorano e si impegnano nel quotidiano al riparo da riflettori e onori di cronaca, sia in primis un lavoro culturale per le generazioni che verranno e che hanno bisogno estremo di modelli positivi e propositivi in un panorama spesso sconfortante e orfano di valori. E’ da mamma quindi che rivolgo un pensiero carico della mia ammirazione e del mio rispetto a due persone che, non paghe di proseguire il cammino della tradizione, si impegnano nel quotidiano per esplorare nuove vie e contribuire quindi alla crescita di un contesto che non abbiamo più voglia sia pensato vissuto da persone chiuse e arroccate su antichi fasti. E’ da mamma che continuo a credere che un mondo migliore sia possibile e che questo sia possibile attraverso l’impegno di tutti, il contributo di ogni singola persona che, per definizione, fa sempre la differenza. Insegno quotidianamente a mia figlia il valore aggiunto che ognuno di noi porta impresso nel proprio DNA emotivo, ci provo, non demordo, ci credo e quando vivo serate come quella a Montefabbrello, penso che si, ce la possiamo fare.