In fondo a via Roma a Capoliveri, ogni sera da giugno a settembre, 12 artigiani aprono i loro banchetti e danno il via alla mostra mercato che dal 1989 anima e colora quell'angolo di paese, contribuendo ad arricchire l'attrativa del centro storico di una delle mete turistiche più ambite dell'Elba.
Alcuni di loro, come Balajh, il soffiatore di vetro ungherese che crea oggetti tanto affascinanti quanto fragili e delicati, Marina, la livornese che colora i passanti con il suo personalissimo stile di Body Art policromatica e i tatuaggi semi permanenti, Socrate e i suoi articoli in cuoio scrupolosamente lavorati a mano, Rita, di Ferrara, una sarta con le mani di fata che confeziona oggetti utili e originali per la casa, Paola la pittrice, la storica Silvia, quella che vanta forse la più lunga anzianità tra i partecipanti al mercatino, e Dino, che di Capoliveri è originario ma vive in Toscana da anni e qui ci torna solo per lavorare, condividono questa esperienza fin dalle primissime edizioni e questa realtà l'hanno vista cambiare più volte.
"Siamo 12 sopravvissuti -dice Marina ridendo di gusto- ma il bello è che siamo tutti artigiani veri, facciamo le nostre cose di fronte ai passanti e siamo tornati a stare tutti insieme nel posto dove il mercatino era nato tanti anni fa, quando era così famoso che venivano a vederci anche dagli altri paesi".
Il mercatino serale di Capoliveri in effetti ha avuto talmente tanto successo che il numero dei partecipanti originali raddoppiò nel giro di pochi anni e di mercati se ne vollero creare addirittura due, di cui il secondo in via Pietro Gori che era appena diventata pedonale. Negli anni successivi, sarebbero iniziati gli "spostamenti sperimentali" dei banchi degli ambulanti.
"Dico che siamo sopravvissuti" spiega Marina, "perché il mercatino, nel tempo, è stato usato dalle amministrazioni ad uso e consumo dei commercianti locali. Venivamo spostati dove faceva più comodo, senza pensare che il mercato e noi mercatari ne soffivamo. Ci siamo trovati spezzettati in diversi punti del paese, senza un inizio e una fine, a volte con i banchi in discesa e in zone dove non passava nessuno, solo perché servivamo a dare vita e visibilità a strade che avevano bisogno di essere valorizzate, senza tener conto se così noi si lavorava o no".
Adesso che la mostra mercato, nel frattempo diventata "dell'Artigianato" corrisponde di nuovo ad un luogo ben definito, sembrano tutti soddisfatti e, si augura ancora Marina: "Spero sia la fine di una politica errata".
Secondo gli artigiani si può ripartire da capo, ed è con questo spirito che oltre ai "Veterani", anche Romina, Claudia, Francesca, Floriana e Stefano, che a questa avventura si sono uniti più di recente, espongono le opere della loro creatività, oggetti che nascono da abilità, fantasia e voglia di vivere on the road.
t.p.