Pelé ci ha lasciato giovedì 29 dicembre nella clinica Albert Einstein di San Paolo del Brasile. Ha stupito il mondo quando a 17 anni nel Mondiale in Svezia era arrivato da sostituto e ne è uscito da grande campione. Molti lo volevano, ma lui ha costruito la sua leggenda in una squadra brasiliana. Ha fatto le cose in grande e ha fatto diventare grande il Santos. Ha segnato più di 1200 gol. Molti tifosi non l’hanno mai visto giocare, ma se fai il suo nome tutti lo conoscono. Il mondo lo chiamava ‘O Rei’. Il migliore calciatore del XX secolo assieme a Diego Armando Maradona. Pelé ha fatto magie sui campi di calcio. Ha vissuto in un’epoca in cui il football era diverso. Le parole e l’amore per i colori del proprio club erano al di sopra dei soldi. Ha indossato solo tre maglie: Santos, New York Cosmos e la nazionale del Brasile. Ha fatto qualcosa che nessun altro al mondo può raccontare. Ha vinto tre Mondiali di calcio in Svezia nel 1958, in Cile nel 1962, in Messico nel 1970. In Svezia ha iniziato come sostituto, non ha giocato le prime due partite. Dopo la partita con l’Unione Sovietica non lo sostituirono mai più. Ha segnato sei gol, di cui due in finale verso la nazionale locale. Ha vinto tutto con il Santos. Una leggenda racconta che ha fermato una guerra nel 1969 quando fece un tour in Africa. Durante la tappa in Nigeria, dove era in corso una guerra civile, per permettere a ‘O Rei’ di giocare senza problemi venne dichiarato un cessate il fuoco di tre giorni.
Poi i Mondiali in Messico. Pelé fu così brillante che Tarciso Burgnich, la “roccia” della nazionale italiana che giocò contro di lui la finale disse: “Prima della partita pensavo che Pelé fosse fatto di carne e ossa come me. Poi ho capito che mi sbagliavo”. Il 18 giugno 1971, contro la Jugoslavia ha deciso di giocare la sua ultima partita con la nazionale brasiliana. Dopo il suo ritiro ha fatto investimenti che non hanno avuto successo e lo hanno quasi mandato in bancarotta. L’unico modo per recuperare era di giocare di nuovo. Aveva offerte dalla Juventus, dal Real Madrid, dai migliori club di football del mondo, ma decise di firmare un contratto con il New York Cosmos, in un nascente campionato di soccer negli Stati Uniti. Vi rimase tre anni, in quel periodo il calcio statunitense ebbe una popolarità che non aveva mai avuto prima.
Si ritirò il 1 ottobre 1977. Alla fine dello scorso anno gli è stato diagnosticato un cancro al colon. Tuttavia, nonostante il tumore è stato rimosso e ha rispettato la chemioterapia, il suo corpo non ha risposto. ‘O Rei’ ci ha lasciato consegnando la sua corona. Il Santos ha deciso di ritirare il numero 10.
Enzo Sossi