La kermesse sanpierese iniziata ad organizzarsi nell’altro millennio è comunque una garanzia di successo, ed anche la quindicesima edizione del De André Day, va in archivio con note (oltre quelle musicali) positive, nonostante la concomitanza di altri eventi (quando gli otto capi-pollaio dei comuni elbani impareranno a coordinarsi anche sotto il profilo delle iniziative spettacolari sarà sempre troppo tardi), nonostante che nella granitica piazzetta e sulle affluenti scalinate soffiasse un inedito (per la stagione) vento “diaccio” di greco-tramontana che non confortava affatto gli spettatori, che comunque restavano numerosissimi.
La musica bisogna ascoltarla, a raccontarla viene male o quanto meno viene approssimativa e pure (se non si è dei raffinati critici) troppo venata di soggettive impressioni.
Evitiamo quindi le citazioni di questo piuttosto che di quel protagonista della serata, restando aderenti allo spirito di una manifestazione in cui si fondono (ruotando e nuotando nella sterminata opera del grande Faber) non solo “generi”, ma anche differenti status ed approcci, dal dilettantismo spontaneo e divertito, al raffinato professionismo di Musicisti con la “M” maiuscola.
In sintesi quella di San Piero è stata una buona serata di emozioni musicali organizzata da un paese “dove ancora la gente si incontra e si scambia parole”, dove ancora resiste un “tessuto umano”.
Una manifestazione ad alta valenza culturale, che, oltre ad un più adeguato sostegno pubblico, meriterebbe di essere imitata, se non nei contenuti e nei metodi organizzativi, almeno nello spirito.
Intanto preghiamo gli organizzatori di “ordinare” per la 16^ edizione una bella e calda serata agostana (magari con un filo di maestralino giusto per rinfrescare)
(foto di Enrico Gambelunghe)