Lunedì 19 presso Il Libraio di Calata Mazzini è stata presentata l’opera dell’artista contemporaneo Kikko Giannuzzi: si tratta della terza mostra allestita in questo particolare spazio poiché in precedenza sono stati ospitati Enza Viceconte, con la sua meticolosa ricerca tecnica e le composizioni grafiche di Klaus Ilmer. Questa volta, con Kikko, l’intenzione è quella di proporre un approccio all’arte completamente diverso.
Giannuzzi disegna da sempre, durante la sua vita si è spostato molto ma il bisogno di fissare delle immagini su un qualsiasi supporto lo ha sempre accompagnato. Si può dire che Kikko è un autodidatta, le uniche e poche lezioni che ha seguito si sono svolte all’Ecole des Beaux-Arts a Parigi. Ciò è importante perché il suo percorso artistico non ha come scopo l’affinamento di una tecnica artistica o la ricerca di un’armonia di forme: Kikko dipinge per necessità, perché è l’unico linguaggio che gli permette di esprimere ciò che ha dentro, il disagio provocato da una passato travagliato. Egli stesso afferma: “Quando non sto bene mi metto davanti ad una superficie bianca. Sopra di essa mi compaiono delle immagini, come delle visioni e allora inizio a dipingere, istintivamente. Solo una volta che ho terminato trovo la pace”.
Da ciò si può osservare un utilizzo quasi terapeutico della pittura, in cui nulla è pianificato, né la tecnica, né i colori. Tutto è guidato da quel mondo interiore che l’artista ha dentro e che sente il bisogno di tirare fuori. I soggetti scaturiscono direttamente dal vissuto dell’artista: il tema della casa ad esempio ricorre spesso perché Kikko afferma di non averne mai avuta una, di esserne ancora alla ricerca. Le composizioni verdi di piccolo formato, esposte affiancate sono come dei talismani con la funzione di proteggere dagli ostacoli che la vita può presentare. La pittura in quest’ultimo caso assume una funzione protettiva, come uno scudo dietro al quale nascondersi ma anche come un’amica alla quale rivolgersi nei momenti di bisogno.
Un approccio, dunque, all’arte estremamente intimo e personale. Kikko come un bambino mette a nudo il suo mondo interiore, il suo disagio, il suo percorso, la sua vita. Particolarmente in linea con tale percorso artistico è una citazione dello psicoanalista inglese Donald Winnicott: “La creatività consiste nel mantenere nel corso della vita qualcosa che appartiene al mondo infantile: la capacità di creare il mondo”.
Sarà possibile visitare la mostra fino a Sabato 31 agosto.