«Anche il 4 dicembre di quest’anno, festa di Santa Barbara, ho preso parte al tradizionale pranzo “pagato alla romana” nel ristorante Da Ninè promosso dagli ultimi minatori, oramai in pensione, che vivono a Rio Marina, Rio Elba, Capoliveri e Cavo.
È questo un appuntamento conviviale, fuori da ogni ufficialità e retorica, al quale non si può mancare. Partecipo volentieri all’incontro con i minatori anche perché, quando ero presidente del consiglio di amministrazione della società del parco minerario dell’Isola d’Elba, sono stati trovati i finanziamenti statali e regionali (oltre quattro miliardi di lire) e realizzate le uniche opere finora funzionanti: museo, archivio storico, sala convegni e uffici del Palazzo del Burò, l’anfiteatro e la laveria con il laboratorio didattico al Bacino, e le altre attività. Insomma, mi pare di avere dato un vero contributo per valorizzare, mettere a frutto, e mantenere viva la storia della Terra del Ferro.
Quell’appuntamento annuale è davvero l’occasione per ripercorrere le vicende della vita di miniera con i tanti aneddoti (belli o brutti) e delle lotte operaie di emancipazione sociale e quelle fatte evitare la chiusura delle miniere che nel 1981 ebbero anche in me uno dei denunciati finiti in tribunale, perché organizzatori dell’occupazione del porto di Portoferraio.
Io, però, seppure non fossi né minatore né sindacalista né sindaco, ero l’unico che in caso di condanna sarei stato cacciato dal posto di lavoro di dipendente pubblico.
Per fortuna fummo tutti amnistiati.
Ieri mattina, inoltre, mi ha fatto tanto piacere assistere allo spettacolo “Santa Barbara a Scuola” che l’associazione culturale Carlo D’Ego ha organizzato nel salone delle suore salesiane. Un evento che ha coinvolto in modo operoso i bambini delle scuole locali, tra cui la mia nipote Viola. Mi è dispiaciuta l’assenza del mio amico minatore Filippo Boreali, un’assenza dovuta all’influenza stagionale».
Lorenzo Marchetti