Gli appuntamenti di settembre presso il Libraio di Calata Mazzini si sono conclusi Sabato 28 con l’inaugurazione dell’esposizione di Belinda Biancotti. La serata si è aperta con l’esibizione della giovane pianista Valeria D’Argenio che ha contribuito ad offrire un evento culturale a tuttotondo e ad attirare un buon numero di curiosi.
A fine agosto, in occasione della sua personale a Capoliveri, Belinda Biancotti ha esposto i principali generi nei quali si è concentrata durante la sua attività quali ritratto, natura morta e paesaggio, dando dimostrazione dell’ampiezza che caratterizza la sua produzione artistica. Nel caso del Libraio, location più “intima” e assai inusuale per una mostra d’arte, la scelta espositiva compiuta ha condotto ad alcune nature morte proprio per la loro caratteristica di essere portatrici della storia e del percorso di Belinda. La maggior parte dei quadri scelti, inoltre, presenta al suo interno libri e volumi, creando un legame ancora più stretto con lo spazio che li ospita.
“Raccontami una storia” presenta frammenti visivi che narrano, attraverso gli oggetti rappresentati, il mondo personale della pittrice: così, dietro ad un paio di guanti, un mortaio e una conchiglia si nasconde un universo simbolico tutto da scoprire. Attraverso le pennellate dell’artista affiorano la passione per l’alchimia, la credenza buddista, il legame con l’Elba e gli studi da Geometra.
In “Tre tipi di tesori” vengono mostrati tre oggetti corrispondenti a tre tipologie di tesori: il teschio è il tesoro del corpo, il forziere il tesoro “materiale” e il vaso alchemico il tesoro dell’anima. La composizione è accompagnata da una frase tratta dagli scritti del monaco Nichiren Daishonin vissuto nel 1200: “Più preziosi dei tesori di un forziere sono i tesori del corpo e prima dei tesori del corpo vengono quelli del cuore”.
Da segnalare anche la tela “Alice in Wonderland” che presenta una composizione di oggetti tratti dalle vicende narrate nell’omonimo racconto di Lewis Carroll. La scelta di questo particolare riferimento deriva probabilmente dal fatto che Belinda, immedesimandosi in Alice e nel suo percorso di crescita e consapevolezza di sé, desidera svelare il suo percorso di vita, caratterizzato da una serie di eventi che la hanno fortemente segnata.
Dal punto di vista tecnico le opere della Biancotti svelano un forte attaccamento alla tradizione: ciò deriva dal fatto di essere stata allieva del pittore Luciano Regoli che le ha permesso di mettere a punto una corretta applicazione della pittura ad olio e della copia dal vero. Le composizioni presentano tutte una griglia e un disegno preparatori, oltre che la pazienza di ricercare meticolosamente giorno dopo giorno i medesimi effetti di luce per ritrarre gli oggetti rappresentati.
Fino al 13 ottobre, dunque, tredici opere aspettano di essere scoperte per raccontare la storia di una donna che, attraverso il linguaggio pittorico, desidera condividere le tappe che fino ad oggi hanno caratterizzato il suo percorso di vita.
Alice Betti