Ricorre oggi il 50esimo anniversario della tragedia del Vajont che coinvolse, il 9 ottobre 1963, Longarone e altre 11 frazioni del bellunese.
Una tragedia annunciata frutto di un progetto che non teneva conto tre fondamentali errori umani: l'aver costruito la diga in una valle non idonea sotto il profilo geologico; l'aver innalzato la quota del lago artificiale oltre i margini di sicurezza; il non aver dato l'allarme la sera del 9 ottobre per attivare l'evacuazione in massa delle popolazioni residenti nelle zone a rischio di inondazione.
Nel weekend appena trascorso nelle vicinanze della Diga si è tenuta la "Notte Bianca della memoria" per celebrare le quasi duemila vittime.
La serata di sabato è stata dedicata a "PIERINA NELLA NOTTE DEL VAJONT. Una delle 1910 storie. Parole, immagini, canzoni" dell'elbano Giampiero Palmieri, accompagnato dal Gruppo Musicale Di Costalta che canta testi in ladino e in italiano, scritti e musicati originalmente, che con le loro produzioni hanno risvegliato i passati dolori.
Un lavoro a ritroso nella memoria, quello di Giampiero Palmieri (nipote di Pierina) e della sua famiglia, che ha portato alla produzione di un prezioso libro stampato purtroppo in numero limitato, che ricorda la vita e la drammatica morte di Pierina Casanova Stua, originaria del Cadore e elbana di adozione. La donna stava tornando all'Isola il giorno della tragedia, quando decise di fare visita alla sorella a Lungarone, nella notte una enorme massa d'acqua superò la diga cancellando letteralmente tutti i paesi della zona.
Al libro di Giampiero Palmieri "Cara figliola Il viaggio di Pierina. Dal Cadore all'Elba al Vajont" daremo lo spazio che merita più avanti, oggi ricordiamo le 1910 vittime della disastrosa esondazione.