Nicola Nurra, biologo marino, dà una sentenza incoraggiante sulle immersioni di sub avviate a Pianosa: "Per ora nessuna influenza negativa sull'habitat". Quindi ad estate conclusa ecco le prime verifiche sulle immersioni che ci sono state nel mare pianosino, le prime della storia, visto che fin dai tempi della colonia penale tutta l'aera intorno all'isola piatta era proibita a qualsiasi frequentazione. Ora, seppure in forma sperimentale, esistono 5 boe galleggianti i attracco e diving opportunamente autorizzati dal parco, possono far nuotare i sub nel paradiso sottomarino incontaminato, per far godere alle persone uno spettacolo naturale unico. E ecco quindi i buoni risultati della verifica fatta dalla cooperativa Pelagosphera, opportunamente incaricata, che informa ci come tutto sia ok e i monitoraggi subacquei eseguiti giorni fa, dicono che al momento nessun problema si evidenzia nell'ambiente marino pianosino.
Riscontri fatti da specialisti della cooperativa diretta da Nurra, quindi con lui altri biologi marini quali Rocco Mussat e Marco Battuello e l'ittiologo Luca Appolloni dell'università Parthenope di Napoli "Non abbiamo rilevato alcun danno - commenta Nurra, portoferraiese Doc - che sia riconducibile alle immersioni subacquee ricreative dell'estate. Vegetali e animali dell'habitat risultano integri nella loro struttura e composizione. Inoltre la ricchissima comunità ittica non sembra apparentemente risentire della presenza dell'uomo, che fino ad oggi è stato un essere sconosciuto". Quindi l'esperimento è ok, voluto in particolare dal presidente del parco Sammuri, che ha pensato fosse giusto far vivere il mare di Pianosa, una volta negato a chiunque. La cosa è rigidamente regolamentata con percorsi prestabiliti e non si stanno registrando interferenze con l''habitat della zona, allo stato attuale. " Da segnalare una presenza,- conclude Nurra- in uno solo dei siti, di alghe mucillaginose, ma è un fenomeno noto in buona parte del Mediterraneo e dipende dalle elevate temperature. L'acqua è molto calda e il fenomeno pare amplificarsi. Tutto comunque nella norma, non c'è da preoccuparsi più di quanto non vi sia da preoccuparsi per le condizioni nelle quali versa il nostro mare in generale. Comunque c'è necessità di monitorare attentamente questo aspetto". Risultati confortanti quindi sulla fruizione del mare pianosino e si prospetta la riconferma dell'esperimento nel futuro e c'è da pensare che l'iniziativa possa essere estesa anche ad altre isole dell'Arcipelago Toscano.