Nella politica così come nella vita niente è peggio del pregiudizio, arma a disposizione di chiunque voglia emarginare o distruggere il pensiero libero.
Ho reputato inopportuna quanto inutilmente demagogica la scelta di ricordare e commemorare i senegalesi protagonisti con le truppe francesi della liberazione di Campo, in quanto quell’episodio, che all’origine, doveva rappresentare un eroico atto di Liberazione dal giogo nazi-fascista, presentava un orribile lato oscuro, fatto di stupri, omicidi e razzie sulla popolazione inerme. Per tutti i campesi, non solo anziani, quella pagina di storia, che doveva essere un glorioso momento di Libertà, rappresenta ancora oggi una ferita aperta e tutt’altro che rimarginata.
Sarà invece messa in scena una frettolosa quanto populista commemorazione, effettuata senza alcuna analisi critica di ciò che è successo, con una freddezza da burocrati e qualsiasi assenza di valutazione su quali potessero essere le reazioni delle vittime e dei loro discendenti e dei cittadini campesi in genere. Nessuno degli illuminati organizzatori ha minimamente riflettuto se una tale operazione potesse urtare la sensibilità di coloro che quelle nefandezze le hanno vissute sulla loro pelle e su quella dei loro cari. Troppo occupati ad organizzare una kermesse buonista, politically correct, dal vago sapore demagogico preelettorale.
E la cosa peggiore è stata quella di contrapporre la straordinaria azione di liberazione degli Alleati alle nefandezze perpetrate dai senegalesi a seguito delle truppe francesi, come se questi comportamenti abbietti fossero giustificati dal sacrificio di molti eroi alleati.
Questa strumentale dicotomia non può e non deve essere accettata perché rischia di contaminare la grandezza di quella operazione di libertà.
Come Consigliere comunale di maggioranza di Campo nell'Elba, ho ritenuto opportuno sollevare la questione, con onestà intellettuale, consapevole dell’importanza della libertà di espressione soprattutto in temi etici (visto che, come consigliere comunale non avevo avuto la possibilità di esprimere il mio parere su un tema mai trattato collegialmente, come del resto avrebbe dovuto essere).
Ed ecco il pregiudizio. Essendo di destra sono stato liquidato e bollato come colui che mette in discussione i valori della Liberazione (sic!) perché vecchio nostalgico attaccato al passato.
Ed io al pregiudizio, rispondo con l’orgoglio. L’orgoglio di essere limpidamente democratico, di credere nei valori condivisi della libertà. L’orgoglio di essere destra e di rivendicare la libertà di pensiero per me e per i miei avversari.
E non accetto lezioni di democrazia da nessuno, meno che mai di coloro che, per occupare una poltrona, hanno rinnegato le proprie idee.
Gianluigi Palombi