Troppe volte lavorando come stagionali all'Isola D'Elba ci siamo sentiti dire: "ma come sei stanco? non lavori mica tutto l'anno!"
affermazione fin troppo vera. Il lavoro stagionale definito così proprio perché non annuale e ad un certo punto finisce.
Non tutti quelli che diventano stagionali sono nati in contesti stagionali, magari vengono da grandi centri abitati come le città e a volte da paesi che non godono però dell'essere mete turistiche; a questi individui sicuramente è capitato sovente, prima di fare li stagionali, di sentirsi domandare ai vari colloqui o ne i centri per l'impiego: "qui vedo che hai cambiato tante volte posto di lavoro, come mai? mi vuoi spiegare un po'?", domanda spinosa.
Ripensi alla prima volta in cui il primo titolare ti ha urlato contro e a quella volta in cui ti ha pagato la metà oppure non l'ha proprio fatto, ti torna in mente quel posto dove ti trovavi bene, dove andavi d'accordo con colleghi e superiori e poi hanno dovuto chiudere per fallimento.
Probabilmente il tizio che ti pone la domanda conosce a sua volta la vera risposta ma si aspetta che tu ti riesca a sbrogliare dalla situazione come il mago Harry Houdini dalle sue catene, in modo spettacolare.
Così replichi in questo modo "Mi sono trasferito spesso e ho cercato sempre un posto vicino a casa" poi deglutisci e sei contento perché sai di aver compilato il curriculum omettendo gli indirizzi del posto di lavoro e sai che nella tua vita, proprio per evitare di peggiorare il reflusso gastroesofageo, ogni volta che il precedente impiego finiva con una sfuriata o con silenzio imbarazzante cercavi alternative in un altro quartiere o paese proprio per evitare di incontrare le "vecchie facce".
A questo punto del colloquio forse l'esaminatore realizza che si tratta di sceglierti per un contratto di 3 mesi, di 1 anno, a chiamata e per svolgere il ruolo di cameriere, barista, commessa e tutte le altre mansioni che in realtà svolgerai anche se non sono una tua responsabilità, pagato come sempre una miseria.
Così gli anni e i lavori si susseguono, uno attaccato all'altro, perché del resto se hai vogli di darti da fare i lavori di m***a li trovi sempre, e sei diventato più bravo e ai colloqui, ti presenti sereno e tranquillo, sicuro di te e sai che hai imparato ormai tutti trucchi del mestiere.
Potresti perfino trovare lavoro, e io ne sono la prova, con affermazioni del tipo :"purtroppo si ho molta esperienza in svolgere questa mansione, non la sopporto più ma la so fare bene e sono una <<macchina da guerra>> " che sembrerebbe un'affermazione da sborone ma che riflette la verità sei diventato davvero una macchina da guerra.
Così un giorno fra un cambio di lavoro e la chiusura per fallimento di un altro realizzi che se proprio devi continuare a fare questa vita almeno portesi sceglierla di farla in un bel posto, su un isola tropicale, in montagna in uno chalet, sulle piste da sci, in un bel locale in riviera.
Come potrebbe andare peggio? hai lavorato 12 ore al giorno con un solo giorno libero, sei stato umiliato dai tuoi superiori per anni, speravi di avere maturato la naspi ma con i contratti che hai firmato neanche quella sei riuscito ad avere perché non avevi i "requisiti".
"Requisiti" una parola che mi mette i brividi mi tornano in mente esperienze dove ti "requisiscono" qualcosa, come quando a scuola ti requisivano il fumetto, il walkman o adesso lo smartphone.
Quindi sei sicuro: se il titolo di studi che hai ottenuto, i corsi professionalizzanti o perfino la laurea non sono riusciti a salvarti dal vortice di questo lavoro, tanto vale che provi a farlo in un bel posto, almeno ci scapperà una bella vacanza.
Così dopo aver dato uno sguardo agli annunci di lavoro su pagine Facebook dedicate e su siti di offerte di lavoro, fai la valigia metti in tasca i risparmi dell'ultimo lavoro (che sono veramente pochi) o chiedi aiuto a qualche famigliare/amico e parti per l'Isola d'Elba, in anticipo di qualche mese per dare un occhiata al luogo
e alle offerte lavorative.
Ti trasferisci un magico posto incantato, dove le persone parlano differente, ma sono comprensibili perché non strillano in dialetto, dove si respira aria pulita e nell'aria aleggiano profumi di piante selvatiche fiori e aghi di pino, dove la città in cui sbarchi, Portoferraio ti offre la maggior parte delle cose
(e presto scoprirai comunque che le persone non smettono mai di lamentarsene), c'è l'ospedale, i mezzi pubblici, gli uffici, supermercati, campi sportivi, corsi di ogni tipo organizzati di inverno e d'estate, tante esperienze escursionistiche da fare in mare e in montagna.
Facendoti un giro fra paesi e comuni differenti l'offerta di lavoro stagionale è tanta, locali, negozi, ristoranti, hotel, residence. Le strutture alberghiere sono fra le più ghiotte, ti offrono lavoro full time con 1 giorno a rotazione di riposo, vitto e alloggio. Ancora non sai di quale alloggio si tratta e nemmeno di cosa
ti daranno da mangiare, ma negli anni successivi diventerai molto bravo a riconoscere le varie offerte, proprio come eri diventato bravo a fiutare quel tipo di titolare che avrebbe sempre avuto dei "problemi" a pagare lo stipendio a fine mese.
Così si parte con la prima esperienza: l'inizio è sempre calmo i turisti devono ancora arrivare le strutture devono essere riaperte, c'è la necessita di cambiare aria degli spazi interni che ormai puzzano di chiuso e umidità per via di tutti i mesi in cui non sono state utilizzate.
Iniziano anche le prime richieste di lavoretti che non ti competono: "ci sarebbe da pulire lì", "da imbiancare di là", "se mi accompagni al porto puoi aiutarmi a caricare la macchina" etc., ma alla fine non ti dispiace l'Elba è un posto bellissimo e basta guardare fuori per sentirsi bene dentro,
del resto meglio piccole commissioni che dietro il banco di un bar nel centro storico di una grande città.
Il crescendo arriva velocemente da un giorno all'altro l'affluenza degli ospiti aumenta e iniziano le prime malattie o "grandi fughe" di alcuni colleghi che realizzano che la stagione proprio non fa per loro. Cominciano le prime richieste di sostituzioni, cambi turno improvvisi e le prime comunicazioni che il giorno libero questra settimana non lo farai: "meglio così dai, almeno fai più soldi, oppure posso fartele recuperare a fine stagione, mi raccomando segna tutte le ore che fai".
Nelle ore in cui non lavori cerchi di riposarti ma trovi anche il tempo di conoscere meglio il luogo che ti circonda e anche le persone che lo abitano. Sorridi quando impari a conoscere i vari modi di dire legati alla realtà isolana e della stagione:"Aguanta" che potremmo tradurre, se utilizzato come augurio, in "Resisti".
Nel mio caso impari ad apprezzare gli abitanti dell'isola, gli Elbani.
Gli Elbani sono forti e anche ironici, sono pieni di storie da raccontare e anche quando si lamentano riescono a suscitarti un sorriso, le Elbane mi ricordano un pò le livornesi ma meno sopra le righe, sono sicure, orgogliose e come i loro uomini se teletrasportati fuori dall'isola li vedrai sperduti; ed è naturale che sia così e se ci pensate bene è solo un lato positivo.
Chi nasce in città o in piccoli paesi non turistici impara a districarsi in una società che detto volgarmente "di te non gli importa proprio na s**a", insegna a ridimensionarti e allo stesso tempo ti frustra: quale è il tuo nome? cosa ti caratterizza? cosa ti piace? e cosa sai fare bene? se in uno di questi ambienti tu dovessi scegliere cosa fare in base alla reazione degli altri o all'interesse che provano nei tuoi confronti potresti anche sparire all'istante; perciò cresci creandoti la tua cerchia di amici con cui proverai ad affrontare questo mondo e con cui senti che potrai sfidare questo enorme Godzilla con le spalle coperte. Scopri la solitudine in un luogo dove abitano migliaia o perfino centinaia di migliaia di persone, ma la colpa non è della gente, la massa non si è "accorta" non è "consapevole" oppure lo ha dimenticato, vittime della routine che vivono da anni. Non si interviene per aiutare l'altro nemmeno se è il tuo vicino che vive al piano di sopra, che urla e litiga con la moglie mentre i figli piangono disperati, non si interviene se al vecchio è caduta la spesa, non si aiuta l'invalido a salire le scale, si chiama la polizia o i carabinieri solo se c'è stato un incidente ma solo forse, se abbiamo tempo, se non dobbiamo correre a scuola o a lavoro, quindi non si chiamano le forze dell'ordine se vediamo due che si accoltellano, meglio stare chiusi in casa.
Una volta un signore Elbano (figlio di entrambi genitori sardi ma trasferito da piccolo) mi disse: "vedi io qui sono Mario "l'elettricista" , mi conoscono, sono Mario padre di tre figli, Mario che ha una moglie che ha famiglia qui. Se mi chiamano per un intervento è perché sanno che lo so fare, mi vogliono bene qui, qui ci sono cresciuto. In città non sarei nessuno, non saprei da che parte cominciare, mi sentirei come un ombra senza viso senza nome".
Infatti è cosi che spesso si sentono le persone che vivono in città, ombre. Se ci cresci impari a trovare la luce dentro di te, a conoscerti a valorizzarti, senza l'approvazione degli altri e chi non ci riesce accumula odio e rischia di finire a incolpare la gente che come dicevo, non ha colpe vive solo la sua inutile routine.
Quindi l'Elbano che si sente perso e privato della propria identità fuori dalla sua isola ha ragione, la società fuori funziona proprio così. E' bello quando ti trasferisci all'Elba, qui le persone che vi abitano si interessano davvero a te. Vogliono saper come ti chiami, da dove vieni, quanti anni hai e non perché devi compilare un modulo con i tuo dati personali in uno dei tanti uffici pubblici della tua città; vogliono sapere chi si sta trasferendo sulla loro isola e con il tempo imparano a conoscerti, se i vicini litigano violentemente si affacciano , se un vecchio ha bisogno di aiuto lo aiutano. All'inizio ti mettono alla prova ti scherniscono:" Ah vuoi rimanere dopo la stagione?, guarda che l'inverno qui è duro, non so se ce la fai", "mi sembri stanchino, che ti aspettavi il giorno libero? questa è la stagione".
Inoltre impari che se vuoi delle vere previsioni meteo dell'Elba devi chiedere ai vecchi o ai pescatori, loro non sbagliano mai e impari subito che "se tira vento non piove".
Va detto che gli elbani o elbane che fanno esperienze in "continente" tornano arricchiti, imparano nuovi strumenti, tornano e apprezzano anche quei lati dell'isola di cui prima si lamentavano.
Con il passare della stagione la stanchezza si accumula, se sei fortunato ti rimane l'entusiasmo oppure la determinazione ad andare avanti perché dei soldi ne hai proprio bisogno, quindi vai avanti senza renderti conto che il tuo corpo inizia a cedere alla spossatezza, compaiono le occhiaie e il viso pallido sempre più in contrasto con il bronzeo colorito dei turisti. A poco servono le affermazioni :"dai resisti che poi d'inverno non lavori", a poco serve ripeterlo nella propria testa che presto finirà, se sei riuscito a goderti un po' la compagnia dei colleghi o di alcuni ospiti puoi provare a fare il conto alla rovescia con chi come te sta lavorando per la stagione. Il conto alla rovescia di Agosto, una lunga tradizione. Dal primo di Agosto parte il conto alla rovescia e lì la stanchezza raggiunge l'apice, si sentono in giro affermazioni tipo: "questo è il giro di boa", "tra 15 giorni il peggio è passato" oppure, "si va a calare".
E' fantastico, questo conto alla rovescia coinvolge tutti i mestieri, qualsiasi sesso e differenti età, se sei uno stagionale ti riconosci dallo sguardo, dai vestiti, dal colorito, inizia quel senso di appartenenza ad una classe particolare di persone e sai che in qualsiasi luogo andrai (specialmente se vestito da lavoro) troverai la comprensione negli occhi dell'altro. Ti scambi opinioni con chi lavora su come sono i turisti di Agosto, sorgono affermazioni come :"Hanno aperto le stalle, arrivano gli animali!". Ovviamente pensandoci bene il turista dell'alta stagione, in special modo l'Italiano, è quel tipo di lavoratore che non può scegliersi il periodo di ferie, è obbligato dalla propria azienda a prenderle per la chiusura che è sempre in Agosto, sarà costretto a spendere di più e a trovare traffico per le strade, le spiagge affollate e sempre meno parcheggi, quindi arriverà già molto stressato, in parte si sentirà rapinato e vittima di un ingiustizia, infine si scontrerà con lavoratori stagionali che arrivati a questo punto non riescono più ad essere così accoglienti.
Per chi non lo sapesse, la stanchezza non è una scelta: cioè se ti sei stancato di inossare scarpe rosse e vuoi indossare scarpe bianche, fallo, è una tua scelta, se sei stanco dell'Italia, cambia paese, fallo; ma se soffri di stanchezza fisica provocata dalla mancanza di riposo l'unica cosa che dovresti fare è risposare, se stai facendo la stagione non puoi riposarti ma la gente è convinta che tu possa stancarti sempre più giorno dopo giorno perché di inverno ti riposerai. NON siamo orsi, se fossimo orsi forse potremmo sopportarlo e poi dormire per mesi interi recuperando le forze.
Significato di stanchezza
Fonte vocabolario Treccani
stanchézza s. f. [der. di stanco]. – 1. a. Stato, condizione di chi, in conseguenza di uno sforzo fisico o mentale, o di un forte stato di tensione o emozione, sente diminuita la propria forza e la propria capacità di continuare nell’attività normale, o in quella in cui era impegnato: s. fisica, s. mentale; sentire la s., un po’ di s.; avere una grande s. addosso; sentire s. nelle braccia, nelle gambe, nella schiena, in tutta la persona; essere vinto, sfinito dalla s.; con il passare degli anni, la s. si sente di più; avere le ossa rotte dalla s.; non reggersi in piedi dalla s.; ETC ETC
Il peggio è che tu non vorresti, non vorresti essere stanco, perché negli anni precedenti hai imparato che dare meno importanza alle cose inutili ti fa lavorare meglio, che sapere di non poter piacere a tutti ti fa vivere sereno, sai che la vita non è il tuo lavoro e apprezzi di più il tempo libero; ma nonostante tu non voglia, ti stanchi e vivi impotente i sintomi della spossatezza, che sono:
- perdita della lucidità
- debolezza diffusa
- pressione sanguigna troppo bassa
- debolezza muscolare
- irritabilità
- confusione mentale
- sonnolenza e disturbi del sonno
- abbassamento delle difese immunitarie
Così arriverà per forza un momento "X" della stagione in cui un tuo collega, superiore, o cliente si lamenterà delle tue prestazioni. Purtroppo è così e succederà praticamente a tutti. Può darsi che la tua mente ormai sballottata dai giorni intensi di lavoro, auspichi al cliente che ha pubblicato un commento negativo sul tuo rendimento, di vivere in un mondo alla "black mirror" dove tutti gli individui vengono giudicati continuamente, ricevendo valutazioni con un punteggio da 1 a 5 stelle, che tutti possono vedere attraverso lenti a contatto tecnologiche.
Il paradosso è che anche se sei a conoscenza degli squilibri che ti porta la stanchezza, quando ne sei vittima non te ne accorgi.
Inizierai, in conseguenza dell'irritabilità, a dare la colpa ai clienti che hanno fretta, ai tuoi colleghi troppo sporchi o disordinati, alla goccia del condizionatore che la notte non ti fa dormire, inizierai ad avere raffreddore o tosse incolpando il clima marino etc. accumulerai non solo stress ma anche lamentele su lamentele, ogni giorno le stesse, ti farai irritare dal collega che cerca solo di darti consigli o aiutarti, ti dimenticherai che tutto questo è causato dallo sfiancamento, ti dimenticherai che anche gli altri lavoratori subiscono la stanchezza; lo dimenticherai proprio perché dimenticarlo è uno dei sintomi della stanchezza. Sarebbe bello che al termine di ogni stagione ci dicessimo tutti guardandoci negli occhi, :"scusami ero stanco, mi ero dimenticato che lo fossi anche tu"
Ma Agosto continua ci avviciniamo alla sua metà e mentre i giorni diminuiscono il cortisolo aumenta.
Pensi per esperienza che solo il turista italiano si lamenterà, i tedeschi, dicono, sono più educati, ma poi arriva il giorno, classica coppia germanica, alti, belli, eleganti e inizi a sentirti osservato come il David di Michelangelo, non siedono per consumare, non siedono per mangiare o fare aperitivo, non entrano nel negozio per compare indumenti, sembrano essere lì solo per fissare te, la grande attrazione; magari è tutto nella tua testa, la stanchezza ti gioca un brutto scherzo, ma in quel momento i loro sguardi pesano come macigni e quindi pensi: "diavolo questa volta non sorriderò e non leccherò il c**o a nessuno, farò semplicemente ciò che il mio lavoro richiede, vendere un vestito, servire da bere, da mangiare o dare informazioni, niente di più" sicché ti limiti a fare il minimo, lo stretto indispensabile. Non hai riconosciuto che quella stessa coppia era già venuta a Giugno e aveva ricevuto le attenzioni che una persona ancora non provata dalla stagione poteva dare, si avvicinano alla cassa in presenza di un tuo collega si lamentano: "qui è cambiato qualcosa? non si respira la stessa aria?, tornano a casa e come veri Leoni da tastiera pubblicano un commento a 2 stelle.
Il mese continua e nonostante il "cicchetto" (che si può tradurre in paternale) del titolare per il commento negativo, hai deciso che non mollerai, che potrai farcela, anche se quella chiave del gabinetto del personale che non chiude bene ti irrita sempre più ogni volta che lo usi. Arriva Ferragosto e ripensi alle affermazioni di uno dei tuo colleghi:"questo è il periodo in cui mi sembrano tutti uguali tutti cloni con le facce identiche, a mala pena riconosco le persone con cui lavoro", piccoli tratti di invidia per il turista che si diverte, per le famiglie che si rilassano, ma non hai tempo nemmeno per quello, tutto ciò che ti fa andare avanti è il conto alla rovescia.
Mai fu commesso errore più grave, credere che con il 31 Agosto finisca la stagione.
Il mondo del lavoro è cambiato e anche la composizione della società, oggi giorno non tutti lavorano in aziende che chiudono ad Agosto, oggi giorno il numero dei pensionati aumenta sempre più e non sentono la necessità di fare vacanze in alta stagione, oggi la percentuale dei nord europei che frequenta l'isola non ha intenzione di scendere e loro preferiscono fare le ferie in bassa stagione. Quando realizzi questo è troppo tardi, quel count down iniziato con il primo giorno dell'ottavo mese dell'anno è solo un illusione, nascono nuove tradizioni e quando arrivi al 9 di settembre senti fare :"siamo solo al 40 di Agosto, forza ne mancano ancora 20", speri almeno che i vecchi abbiano ragione, "dalla prossima settimana il ritmo rallenterà" la verità va detta, azzeccano le previsioni meteo ma quelle sui turisti nemmeno un po'. Un'arma a doppio taglio se il ritmo resterà lo stesso o aumenterà il titolare dell'azienda godrà per gli incassi, ma se anche lui lavora accumulerà stanchezza, se il ritmo rallenterà inizierà a sentirsi ansioso, sentirà che da li a poco non incasserà più un penny. Insomma se ci sarà più afflusso patirai il nervoso del tuo capo perché lavorerete di più se non arriveranno nuovi ospiti patirai il nervoso di chi inizierà a sentirti come un peso.
Per fortuna passa anche settembre come un sogno fatto dopo una serata di bevute, offuscato con il cerchio alla testa, pochi flashback della nottata alcoolica passata, forse riuscirai a farti anche Ottobre se il clima reggerà, forse ti verranno pagati i giorni liberi lasciandoti finire prima ma pagandoti ugualmente, o forse finirai senza niente di tutto ciò, ma finirai comunque, perché il lavoro stagionale si chiama così proprio perché finisce.
Nel frattempo magari sei riuscito a trovarti un alloggio per conto tuo, perché l'Elba ti è piaciuta assai, perché hai scoperto che ti piacciono gli elbani, così guardi tutto il disordine e caos che hai accumulato nei mesi di lavoro e cerchi di vivere nel modo meno scioccante possibile questo cambio drastico di vita.
Senti per la prima volta il mal di schiena che ti sei procurato lavorando come un pazzo e godi della prima lunga doccia calda rigenerante. Gli argomenti in strada cambiano, adesso si parla della domanda per la naspi e scopri finalmente che con il lavoro stagionale hai i requisiti necessari per richiederla. Frequenti uffici pubblici e file lunghissime e incontri tanti lavoratori come te in fila per la medesima richiesta. Riesci a sentire di nuovo il canto degli uccelli, i profumi che all'inizio ti hanno colpito, noti come le persone del luogo abbiano espressioni sul viso di superstiti di una lunga guerra. Seduto allo sportello del centro per l'impego, ascolti leggere il curriculum del tuo vicino, è riuscito a cambiare più posti di lavoro in una singola stagione, e ogni anno ha cambiato datore, la persona che ha difronte lo legge, nessuna domanda, nessuno qui si sognerebbe di chiederti: "qui vedo che hai cambiato tante volte posto di lavoro, come mai? mi vuoi spiegare un po'?", forse qui puoi smettere di essere Harry Houdini.
Un lavoratore stagionale