Elba, isola di storie e di racconti e di viaggi, di opportunità, di esperienze e motivo di condivisione. Mi viene da descriverla così, questa terra circondata dal mare, questo scoglio che si distende sul Tirreno e che con sei sorelle forma un arcipelago di bellezza, ricchezza, poesia.
La conosco da un pò, quest’isola. Attraversandola, annusandola, nuotandola, solcandola via kajak, arrampicandola fin sulla sua vetta più alta, mi sono accorta di quanto sia bella, varia, estremamente ricca e… posso dirlo? scarsamente valorizzata.
Si, perché l’Elba è un vero calderone di possibilità, sapientemente mescolate dalla mano di Madre Natura che con estro, arte e sensibilità è riuscita a creare un coacervo unico di bellezza.
Mare cristallino, sentieri erbosi che la attraversano in lungo e in largo senza mai perdere di vista il Tirreno e poi fioriture generose in primavera e profumo di macchia mediterranea e ancora minerali, ossidi di ferro, insediamenti che raccontano la storia estrattiva dell’isola e altri che parlano la lingua agreste dei pastori del luogo.
In ogni angolo, riconosco il suo incanto e mi meraviglio, nel senso letterale del termine, della sua straordinaria bellezza. Proporre un territorio, significa viverlo e soprattutto ascoltarlo, tendere il proprio orecchio interiore, predisporsi all’acquisizione di nuovi strumenti conoscitivi attraverso i quali percorrerlo e invitare altre persone a farlo. Credo sia questo il vero significato del viaggio, non ne conosco altri. Penso infatti che si viaggi per conoscere, ormai, e soprattutto che lo si faccia per incontrare storie, fatte di persone, di racconti di vita vissuta, che profumano di autenticità e essenza e l’isola d’Elba, per mia grande fortuna, consente tutto questo.
Qualche giorno fa abbiamo ospitato Marco Preziosi, un caro amico oltre che un bravissimo artista naturalista: lo scopo della sua visita era quello di fare un’esperienza insieme, di provare a vedere se dagli ossidi di ferro presenti in grandi quantità (e varietà) nelle miniere di Rio si potessero realizzare colori (a olio o acquerelli) per dipingere. La mia curiosità era tanta e legata a una possibile nuova frontiera da esplorare nella conoscenza di questo territorio. Da anni infatti mi diletto (è il caso di dirlo) a portare le persone a passeggiare per i sentieri erbosi dell’isola, insegnando loro a riconoscere le piante eduli che poi sono la base della nostra cucina emotiva ma non avevo ancora esplorato l’isola prendendo spunto dal suo potenziale artistico.
Il risultato è stato emozionante e sorprendente: camminare dentro a una miniera, raccogliere gli ossidi di ferro da tritare e ridurre in polvere per poi farne meravigliosi acquerelli con i quali dipingere l’isola, è stata un’esperienza che mi continua a convincere del fatto che quest’isola sia una vera e propria miniera inesplorata di racconti, bellezza e poesia.
Francesca Campagna da: http://fravolacolcuore.com/