Paolo Arnaldi se ne è andato così come ha vissuto, riservato e serio, un uomo senza ombre, dritto e consapevole di quel che la vita lo aveva chiamato ad essere.
Lo ha fatto qualche giorno fa, così in punta di piedi che, pur vivendo nella stessa strada, divisi da una sola casa di via del Ruotone, non me ne sono accorto e l’ho saputo solo oggi perché la moglie Anna l’ha detto a Marianne dal terrazzo dal quale a volte scambiavamo qualche saluto.
Un grande dispiacere. La perdita di un uomo intelligente e di poche parole, tornato da Piombino all’Elba con convinzioni che si capivano granitiche, frutto di lavoro ed esperienza. Uno che ha visto molta vita passare, ragionandoci sopra e ragionandoci bene.
Davo per scontato incontrarlo ancora, per sempre, tra il muro e la fonte, incrociare il suo passo diventato lento e caracollante, scambiare un saluto e qualche frase sul tempo, la vita, la politica, il mondo che cambia, che ci sfugge tra le mani come i giorni… E invece Paolo ci aveva lasciato per raggiungere la città celeste dei giusti, degli uomini dritti che attraversano la loro e la nostra storia senza aver niente da rimpiangere davvero.
Ad Anna, Simonetta e Sandra e alla loro famiglia l’abbraccio tardivo mio e di Marianne.
Umberto Mazzantini