Tra pochi giorni avrà luogo la Borsa del Turismo Online a Firenze.
Dal 2010 a oggi non mi sono persa una sola edizione di questa che mi piace pensare sia una grande piazza aperta allo scambio, al confronto e alla condivisione di punti di vista legati all’innovazione sociale e tecnologica in campo turistico.
Ogni anno questa piazza ha rappresentato per me un’occasione di scambio e di relazione, nella quale ho potuto ascoltare e sentire, con tutti i sensi accesi, chi davvero innovatore è nello spirito e questa visione la condivide quotidianamente, attraverso il proprio “fare”, regalando nuovo slancio e determinazione al mio piccolo impegno.
Col tempo in BTO ho maturato contatti, amicizie, conoscenza che ritengo importanti perché foriere di stimoli di crescita e di piccolissime conquiste personali ma soprattutto BTO mi ha confermato che un’Italia che ci crede, che si impegna, che mette ogni giorno a disposizione il valore aggiunto dei singoli a vantaggio della collettività c’è (e non a caso quest’anno lancia la campagna .it is ME a sottolineare lo straordinario patrimonio umano di storie ed esperienze che formano il tessuto sociale e culturale nazionale). Quest’Italia per me porta il (nick)name dei twitteri che quotidianamente accrescono di significato e senso la mia timeline e di tutte le (tante) storie di ordinaria bellezza e coraggio che si alternano tra main hall e cassette degli attrezzi alla Fortezza da Basso.
Questa considerazione non va ovviamente a svilire l’oggettiva difficoltà, le crescenti incertezze né i drammatici ritardi culturali (a proposito: sono contenta che si parli anche di Agenda Digitale con Simonetta Giordani, Edoardo Colombo e Roberta Milano) ma anzi punta dritto al centro della questione, perché per superare le difficoltà sono convinta servano determinazione, voglia di fare, scarso attaccamento al lamento sterile volontà di procedere per esempi concreti e virtuosi che dimostrano che una via di uscita c’è e non passa per il vittimismo cosmico. Ho letto in proposito un gran bel fiorire di pensieri e proponimenti riferiti alla “capacità unica di noi italiani di fare turismo” e spero vivamente che questo rappresenti un primo passo concreto nella direzione del fare, insieme, a partire dalle singole e preziose specificità, per rilanciare un settore economico ricco di contenuti, che ha bisogno di sostegno e aiuti concreti che vadano nella direzione della loro giusta valorizzazione.
Ecco, per me BTO è un raduno emozionale di best practices e positività che finisce con l’ accrescere la consapevolezza condivisa nel rafforzare un sentire comune dal quale ripartire per trovare stimoli nuovi (e si balla pure!).
Francesca Campagna da: http://fravolacolcuore.com/