Quando si parla di eccellenze, uno si immagina grandi statisti, pittori, generali, condottieri… Quando mi capita di pensare a eccellenze, sono portata invece, nella mia vita quotidiana, a ricercarle nell’ambito di un modello di vita in cui sentirmi a mio agio. Per abitudine cerco sempre quelle di nicchia, quelle che, al giorno d’oggi, sono portatrici di un messaggio positivo e di qualità. I miei primi anni di vita all’estero sono stati di grande gioia, di meravigliose e continue scoperte, ma anche di grande tristezza e nostalgia. Nostalgia per lo Scoglio? Certo, questo va da sé. Non lo indovinereste mai, ma lo struggimento che maggiormente mi avviliva era, incredibilmente, fare la spesa.
In un’America dove, trent’anni fa, i pomodori al supermercato sembravano di plastica, bellissimi ma insapori, dove le uova erano incolori, ricordare la frutta e la verdura elbane era il vero sogno, la qualità in cui ero cresciuta e a cui ero abituata. I tempi sono fortunatamente cambiati, adesso anche gli Stati Uniti si stanno evolvendo e ci stanno copiando in quella che è considerata una vera disciplina di vita: il mangiare sano. Rinascono i mercatini locali, hanno successo piccoli supermercati di qualità.
Pensando alla frutta e alla verdura dell’Elba, o quella della vicina costa, a km zero ma a qualche miglio marino in più, mi viene da pensare a Vincenzo, il mio vecchio compagno di scuola con cui sono riuscita a conservare un’amicizia particolare, ricca dei ricordi giovanili comuni. Non è un’amicizia normale, la nostra è una complicità ricca di consigli preziosi, di indicazioni, di incoraggiamento reciproco improntato sulla fiducia di un servizio e di un prodotto che lui offre in modo così particolare.
Dov’è allora l’eccellenza? L’eccellenza non è Vincenzo, ma risiede nel modello di lavoro che è riuscito a trasmettere, con la moglie, dall’interno della sua famiglia, all’entusiasta e scrupoloso figlio Bruno. Questa famiglia, unita, offre un prodotto prezioso, che nessuno dovrebbe mai dare per scontato: la qualità, la fiducia, la forza della fidelizzazione, la piacevolezza del luogo di vendita, la cura e la crescita della propria azienda, l’introduzione al mondo del lavoro di un figlio che cresce e fa crescere l’azienda di famiglia con dedizione e competenza.
In questi ultimi tempi è successo qualcosa. L’accogliente tendone con tutta un’esposizione ricchissima di prodotti ortofrutticoli di qualità è, per motivi in cui non mi addentro, scomparso. Adesso è tristemente riapparso il camion attrezzato. È successo qualcosa, di burocratico, che ha interrotto la presenza di una struttura che portava ordine e rispetto in un giardino pubblico tra i più trasandati, anche se tra i più frequentati di Portoferraio.
Ecco, da questa mia rubrica di elbani attaccati allo Scoglio, mi permetto di lanciare un appello a che questa situazione trovi uno sbocco positivo e un invito affinché iniziative come questa, di nuovo, non vengano mai date per scontate. Spero invece che anche altri scoprano iniziative di nicchia, si rivelino portatori di eccellenza e qualità, nel commercio o nell’artigianato, che fanno la ricchezza di una comunità e ne gratificano le persone, come clienti, e i luoghi dei nostri centri storici, come ideale cornice delle attività scelte. Non abbiamo bisogno di pensare in grande, abbiamo solo bisogno di ritrovare noi stessi: noi abbiamo “l’America" già in casa.
Cecilia Pacini