L’Italia ha molti pregi e molti difetti, l’Elba ne ha altrettanti e ne è lo specchio fedele. Agli occhi dei visitatori noi siamo, prima di tutto, italiani. La stessa Italia che si ritrova a Fiumicino o in qualsiasi importante nostro scalo riappare similare all’arrivo nei nostri porti, nel bene e nel male, nelle comodità e nei disservizi, nello splendore delle premesse e nella realtà faticosa. In tanti progetti di viaggi e itinerari, di vacanze o di soggiorni lontano da casa, il primo impatto è filtrato sempre dall’aereoporto, nel caso di arrivi internazionali, o dai nostri porti, nel caso di arrivi nell’Arcipelago.
Per motivi ritenuti banali, sicuramente sottovalutati dai nostri amministratori, non si è mai veramente affrontato l’argomento “porto” oltre quello dei trasporti e della continuità territoriale, ma come biglietto di presentazione per i nostri visitatori. Al di là della crescita economica, che fa lievitare i bisogni e di conseguenza la necessità di espansione e di servizi e banchine adeguati, alcune considerazioni sono necessarie.
Il porto dovrebbe essere responsabilità congiunta di tutta l’Elba. Se non fossimo così divisi oserei dire che è invece responsabilità congiunta di tutto l’Arcipelago. Lo Scoglio visto da lontano è un’ “isola magica”, recitano le pubblicità turistiche, ma il porto non ha niente di magico, non ha niente di piacevole.
Adesso che siamo in stagione di elezioni, penso che sia un dovere morale di tutti i candidati vegliare sul porto e la sua rada. Il Bicentenario napoleonico sarà sicuramente un successo, verranno persone e personaggi da tutta Europa, da tutto il mondo, a controllare di persona il luogo dell’esilio dorato dell’Imperatore. È l’occasione che aspettavamo da anni, con centinaia, migliaia, milioni… direbbe Totò… di visitatori che arriveranno sicuramente. In questo periodo leggo di grandi investimenti, di grandi idee in altri settori. Cerchiamo però tutti di ricordare le premesse da cui partire: riusciremo a guadagnarci la fidelizzazione di tutti questi turisti giocando al meglio la prima delle carte da tentare, il transito per l’Elba? Mentre aspettiamo che venga valorizzato il nostro aeroporto, che forse darà una sferzata di sana concorrenza a questa situazione monolitica, siamo sinceri e guardiamoci intorno. Per ora, anche se l’atterraggio dalla nave dei nostri turisti non sarà memorabile come il famoso passo di Amstrong sulla Luna celebrato da tutto il mondo, non perdiamo le speranze e auguriamoci che anche questa parte del soggiorno riuscirà un giorno ad essere spettacolare e apprezzata come l’arrivo ideale in un luogo ideale del turista ideale che, ammirato e grato, divulgherà ad amici e conoscenti le meraviglie di un porto incredibilmente ospitale e curato.
Cecilia Pacini