Leggo da lontano della nuova iniziativa di un gruppo di cittadini che ha recentemente organizzato una gita in bicicletta sulla piana di Marina di Campo.
Un’iniziativa che sembra amena, ricreativa, invece potrebbe essere portata alla ribalta delle notizie locali al pari dell’attenzione per l’ampliamento dell’aeroporto, o delle rassicurazioni poco rassicuranti del Presidente della Regione Rossi riguardo allo sviluppo portuale, incoraggiato caldamente da tutte le associazioni professionali elbane.
Forse queste mie affermazioni possono apparire come una provocazione, come un’iperbole per attirare l’attenzione. Visto dal nostro piccolo mondo isolano, nell’ottica del “progresso” comunemente inteso, lo sono senz’altro. Visto da un punto di vista piu’ largo, paragonando le nostre esperienze a quelle di altri paesi, di altre citta’, di altri luoghi simili o meno al nostro, l’attenzione per una piccola notizia di un gruppo di famiglie che riunite insieme fa una gita scegliendo la bicicletta diventa parallela a quello che sta succedendo un po’ ovunque.
Mi insegnano mio figlio e i suoi amici che a Londra sono sempre piu’ le persone che scelgono questo mezzo di trasporto. Il sito dei trasporti pubblici londinesi, che contiene una sezione intitolata Cycling in London, informa che il numero dei ciclisti negli ultimi dieci anni e’ piu’ che raddoppiato. Tra le numerose notizie pratiche di ogni genere scopro che all’aeroporto di Heathrow esiste un parcheggio per 400 biciclette. E’ lo stesso sindaco che appare nel sito, per spiegare e incoraggiare l’uso delle ormai famose piste azzurre. Senza attendere la realizzazione dell’incredibile progetto futurista di Sir Norman Foster presentato lo scorso gennaio, con 220 km di piste ciclabili sopraelevate sopra la capitale, a maggio 2014 migliaia di ciclisti raccoglieranno la sfida della Mitie London Revolution intorno alla capitale, l’iniziativa sportiva multi-giornata piu’ vasta della Gran Bretagna.
E’ un movimento inarrestabile. La Federazione Europea dei Ciclisti (FEC), cofinanziata dall’Unione Europea nell’ambito delle azioni per un “Turismo Sostenibile”, sta coordinando lo sviluppo di un network di vie di alta qualita’ che colleghera’ tutto il continente entro il 2020. In Bavaria nei prossimi cinque anni saranno investiti 200 milioni di euro in piste ciclabili, grazie a questi finanziamenti. In Italia Milano, insieme a Bologna, Napoli, Torino e Roma, aderisce al Bike to School day nazionale per accompagnare a scuola in bicicletta centinaia di bambini delle elementari. Potrei nominare molti altri esempi simili, lascio a voi il piacere di scoprirli.
Il traffico elbano sta aumentando esponenzialmente, e cosi’ anche la necessita’ sempre crescente di parcheggi, non solo in ambito cittadino, ma anche intorno alle spiagge e ai luoghi di maggior valore naturalistico e ambientale. Questi processi di trasformazione, insieme all’ampliamento del porto, devastante e irreversibile per il nostro paesaggio, sono sbilanciati, non sembrano tenere in sufficiente considerazione tutte le soluzioni alternative e valide che esistono al giorno d’oggi. Fa notare Maurizio Pallante, fondatore del Movimento per la Decrescita Felice: questi processi non si sono realizzati e “non si sarebbero potuti realizzare … se non fossero stati vissuti come fattori di progresso, se non avessero avuto il consenso di tutti gli strati sociali, se tutti gli strati sociali non fossero stati convinti che avrebbero comportato miglioramenti alle loro condizioni di vita”.
La bicicletta e i mezzi pubblici sono la vera alternativa desiderabile, se si facilitano le vie dedicate a questi mezzi e si organizza un sistema controcorrente, in cui si rende scomodo, penalizzante e caro l’uso dei mezzi privati.
Il 15 dicembre 2011 il Parlamento Europeo ha chiesto espressamente di includere il citato EuroVelo nel “Network Trans-Europeo dei Trasporti” in risposta al Libro Bianco della Commissione Europea sui Trasporti: guardiamoci anche noi un po’ intorno, accettiamo altri punti di vista, ampliamo l’orizzonte dei nostri desideri e mettiamo sempre come priorita’ prima di tutto noi stessi, il nostro mondo. E’ solo cosi’ che si puo’ scegliere che tipo di progresso vogliamo davvero, per noi e per i nostri figli. Al turista piacera’ di piu’, se piace a noi per primi.
Cecilia Pacini