“Si racconta che Napoleone, in attesa al largo nella rada di Portoferraio, prima di sbarcare studiasse con attenzione il nuovo piccolo regno che l’avrebbe accolto: l’isola d’Elba. Il 4 maggio 1814 il cannocchiale si soffermò su di una grande vigna cinta da mura. Era “La Chiusa” gestita dalla stirpe dei Foresi fin dal Seicento. Secondo la tradizione, il generale fece ammarare una scialuppa e raggiunse il luogo dove assaggiò un vino dolce rosso rubino che subito gli tirò su il morale. Aveva scoperto l’Aleatico che diventò il suo vino preferito.”
Inizia così il comunicato che annuncia per il prossimo 13 Aprile l’happening : Elba Aleatico, il Vino dell’Imperatore. E’ anche probabile che pochi giorni dopo, quando Napoleone si recò a visitare le miniere di Rio e colse l’occasione per salire alla Chiusa dei Taddei Castelli, abbia avuto modo di bere un altro bicchierino di aleatico, e così via nei dieci mesi che fu “ gradito ( quasi) ospite dell’Elba” , nel suo girovagare dalle vigne di Pomonte a quelle di Cavo, passando da Valle Buia e La Pila , scendendo l’ Uviale di Marciana per arrivare ad Acqua Calda e Procchio, andare ad Acquabona e tornare a Magazzini e a Santo Stefano e, passato il Volterrario, scendere nuovamente nella Terra di Rio e continuare per Monte Fico e Pian del Monte, giungendo a Mola , senza dimenticare Lacona e Profico.
Poi, ormai trascorse le vicende napoleoniche. Inserita l’ Elba nel Granducato di Toscana, dal primo al tre marzo del 1817 due giovani "vip" della “ Oxbridge society” britannica, l’ irlandese John Singleton ed il suo amico l’inglese James Chamnes Fyler visitano l’ Isola nel loro “ Grand Tour” . Durante il loro soggiorno isolano sono ricevuti dal Governatore civile e militare: il Ten.Gen. Conte Rambaldo Strasoldo di Villanova, ” nella casa dove aveva abitato Napoleone”, come si legge nei diari di viaggio lasciati da John Singleton .
Passano quasi un paio di secoli da questi avvenimenti e nel luglio del 2011 la Casa londinese Bonham mette all’asta un bicchiere di cristallo con la” N” incisa custodito in un raffinato astuccio di pelle rossa e accompagnato da un biglietto sul quale è scritto: “ Wine glass of 1st Emperor Napoleon given to James C.Fyler Esqr. by the Count Strasoldo Governor of Elba ”.
Il calice, narrano le cronache, è stato battuto a 10.000 sterline. Non dicono il nome di chi si è aggiudicato il “ bicchiere da vino”. Possiamo augurarci che continui ad usarlo per gustare buoni vini. Noi, magari usando bicchieri meno storici, possiamo andare a spasso per l’ Isola alla scoperta dei suoi vini di qualità, carichi di profumi e di storia. Anche il vino rende l’Elba unica, e unita in una preziosa identità territoriale.
Beppe Tanelli