“Parlare dell’Elba mi emoziona poi sapere che ci tornerò prestissimo mi fa star bene”. E’ la seconda isola più amata da Francesco Pira, l’Elba, dopo la sua Sicilia. Ce lo aveva già confessato in un’intervista che aveva rilasciato in esclusiva al nostro giornale lo scorso anno.
Il prossimo 24 aprile sarà a Marina di Campo per introdurre e coordinare un convegno su “Napoleone Comunicatore”.
Abbiamo voluto risentirlo su un tema di cui si è occupato nell’ambito della comunicazione ambientale: lo sviluppo sostenibile.
Francesco Pira, 48 anni, sociologo e giornalista, insegna comunicazione e giornalismo all’Università di Messina e comunicazione pubblica d’impresa allo IUSVE (l’Università Salesiana di Venezia e Verona) ed è anche Consigliere Nazionale dell’Associazione Italiana della Comunicazione Pubblica.
Reduce da un importante convegno tenutosi a Venezia la scorsa settimana (keynote speaker l’ex Ministro e Presidente della Rai Letizia Moratti, oggi nella task forse del G8) dove ha svolto una relazione su comunicazione e sviluppo sostenibile abbiamo voluto sentirlo cercando di comprendere come l’Elba può comunicare bene non soltanto lo sviluppo sostenibile ma anche l’ecoturismo.
Professor Pira comunicare lo sviluppo sostenibile non è una cosa banale. E se le difficoltà esistono a livello macro anche nel glocale i problemi si avvertono…Elba compresa…
La parola d’ordine è “comunicare”, senza comunicazione l’informazione non circola, non si crea relazione, non si costruisce cultura. La comunicazione è il fondamento dell’agire sociale.
in una fase così cruciale dello sviluppo sociale globale, la comunicazione a tutti i livelli gioca un ruolo strategico. Il sistema di relazioni è amplificato, intensificato. La connessione è il luogo del nostro universo relazionale. I media sono parte integrante del nostro vissuto quotidiano è attraverso di essi che costruiamo le nostre opinioni, che le scambiamo, condividiamo. Eppure la crisi economica e valoriale che l’intera società sta attraversando disegna una società di rete apparente e di isole evidenti. La paura di questo mondo liquido ci porta a cercare i nostri simili a chiuderci nel stanza delle poche certezze.
La sfida del futuro sostenibile può essere vinta solo nella misura in cui la viralità della conoscenza riuscirà a sopraffare il mare dell’ignoranza e delle false convinzioni.
Lo sviluppo sostenibile rappresenta la vera risorsa per una crescita inclusiva, ma questo significa unire e non separare.
Dall’Elba per passare dal globale al glocale arrivano segnali molto positivi che devono essere registrati.
A cosa si riferisce in particolare?
Ad esempio al Progetto di sviluppo ecoturistico. Lo strumento, previsto dal Piano del Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano e molto atteso dagli albergatori locali che hanno la propria struttura dentro il perimetro dell'Area protetta e che il Presidente Samurri ha portato a buon fine.
Aiutare le aziende incluse nel Parco a migliorare concretamente la situazione logistico ricettiva e a dare un'immagine di innovazione e di ottimizzazione delle risorse delle singole strutture ricettive fino a giungere ad una certificazione non mi sembra poco. Per mia deformazione aggiungo che cercherò di comprendere quale attività di comunicazione sosterrà un’iniziativa così importante che anche in termini di comunicazione dovrebbe diventare una buona pratica a livello nazionale.
Ritiene più difficile fare informazione sullo sviluppo sostenibile in una realtà come l’Elba o a livello nazionale o europeo?
Difficile fare paragoni ma la domanda è molto intelligente. Ho cercato anche di spiegarlo nel recente intervento fatto a Venezia e mi piacerebbe anche confrontarmi con il sistema elbano. Sono temi importanti quelli della buona comunicazione. Nel senso che fare senza far sapere non serve.
La politica, quella europea in particolare, ha perso la capacità di indirizzare di offrire una visione, la spinta deve venire dal basso, ma perché questo accada è necessario che le voci che negli anni hanno portato avanti le istanze ambientaliste si mettano in discussione e trovino il linguaggio della proposta, semplice ma non semplicistica, le persone sono alla ricerca di contenuti, di strade entro le quali canalizzare le energie positive affinché le proprie istanze trovino ascolto e realizzazione.
Disegnare una nuova società globale, costruire una comunità come ha indicato Edgar Morin a conclusione delle sue riflessioni sui i sette saperi necessari all’educazione del futuro pubblicato dall’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’educazione, la scienza e la cultura (UNESCO):
«La comunità di destino planetario permette di assumere e di realizzare quella parte dell’antropoetica che concerne la relazione fra l’individuo singolo e la specie umana in quanto tutto.[…]Dal momento che la specie umana continua la sua avventura sotto la minaccia dell’autodistruzione, l’imperativo è divenuto: salvare l’Umanità realizzandola.
La Toscana ed anche l’Elba hanno storia, paesaggi, tradizione, capacità d’impresa ma come dice un grande toscano, Carlo Azeglio Ciampi, bisogna fare sistema. E la comunicazione in questo è fondamentale.
Ultima domanda, anche se già ci immaginiamo la sua risposta: il web e i social network possono aiutare il percorso di comunicazione dello sviluppo sostenibile anche in una realtà come quella elbana?
Per troppo tempo la comunicazione ambientale è rimasta ancorata al concetto di comunicazione settoriale, rivolta ad target definiti con un maggiore grado d’istruzione e con maggiore capacità di spesa. Non solo, certo attivismo e associazionismo con scelte e azioni di opposizione senza vere proposte alternative, ha radicato in una fascia non minoritaria della società l’idea che “i verdi” si oppongano allo sviluppo economico tout court. In questo momento di urgenza nell’individuare nuovi modelli di sviluppo data la crisi in cui versano gli attuali, diventa prioritario superare questa dimensione del falso mito secondo il quale la protezione ambientale significa immobilismo e antieconomicità, per arrivare ad affermare, fare comprendere e dunque condividere la prospettiva dello sviluppo sostenibile come motore di benessere e di crescita economica.
Il concetto di sostenibilità supera e integra la dimensione di salvaguardia ambientale per approdare ad una dimensione più vasta che ricomprende al suo interno un insieme di diritti e obiettivi, che integrati, consentono la realizzazione di un nuovo modello di sviluppo economico e una diversa idea di cultura che vede allargarsi la base di coloro che possono accedere alla conoscenza.
Questo significa passare da un’idea di comunicazione tattica ad una strategica, capace di delineare un percorso, di creare relazione e condivisione, solo così, aumentando la consapevolezza delle persone, delle aziende,delle istituzioni si potrà progettare la via per uno sviluppo sostenibile.
Da questo punto di vista l’universo social può rappresentare una grande risorsa. La diffusione, proliferazione può rappresentare un potente strumento al servizio della conoscenza.
E’ chiaro che in una realtà come quella elbana dove i social già sono una realtà in termini di istanze dal basso e partecipazione la rete può essere utilissima.
Aurora Ciardelli