In questo periodo le priorità possono essere contate sulle dita di una mano, abbiamo per prima la salute pubblica, l’economia, ma anche la politica. Purtroppo però gli argomenti di cui non si sente parlare spesso, e che invece rappresentano due delle priorità più assolute, sono il fattore umano e le conseguenze psicologiche che questa situazione sta portando o porterà, considerazioni che non bisogna assolutamente tralasciare data la loro importanza.
L’uomo in questa situazione non è in grado di agire normalmente ed è impossibilitato a vivere in quella che fino ad ora veniva considerata la “normalità”, è costretto a cambiare le sue abitudini e ad adattarsi come meglio può. È difficile, ma necessario. Si è fermata la grande corsa dell’uomo, quella che era costretto a correre ogni giorno per poter stare al passo con la società, ma ora anche la società si è tristemente fermata. È come essere nati su una grande giostra che gira a velocità vorticosa e che per la prima volta si è fermata per tutti, neanche troppo lentamente. A volte è capitato che si fermasse la giostra singola, che fossero un paio di persone a fermarsi, ma mai che a fermarsi fossimo tutti. Ora siamo fermi a guardare come è realmente la vita, senza il “filtro della corsa”, come in un fermo immagine, in una foto.
La nostra giostra è dotata di pedali e noi adesso abbiamo la possibilità di capire che l’importante non è pedalare fino a sfinirsi, ma godersi il giro. Essendo “costretti”, ovviamente per preservare la nostra salute, a stare in casa, si ha più tempo per riflettere, per scoprire altri aspetti della vita che prima si tendevano ad ignorare. Durante questo periodo si è in grado di conoscersi meglio, anche se conviventi da sempre nella stessa casa, perché si è obbligati a confrontarsi permanentemente, si scoprono caratteristiche dell’altro di cui eravamo ignari o che magari non avevano avuto modo di manifestarsi.
Importante è anche l’impatto a livello psicologico che la situazione ha e avrà sull’essere umano. Le persone ora hanno paura, e sicuramente alcune di loro continueranno ad averla anche quando la situazione sarà “meno pericolosa”. Un particolare fenomeno registrato inizialmente nella popolazione giapponese è quello dell’ “Hikikomori”, che ci dimostra quanto la gente abbia paura dei contatti sociali non virtuali, quanto sia terrorizzata all’idea di trovarsi di fronte ad un proprio simile e quanto si senta sicura a rimanere in casa, soprattutto in circostanze simili, dove rischiamo che la diffidenza diventi imperativo.
Importante è mantenere la determinazione e la speranza di poter uscire, poter tornare alla normalità anche se adesso ci sembra una realtà molto lontana.
La parola giapponese “crisi”, composta dai due “kanji”, ovvero due ideogrammi, significanti rispettivamente “paura” e “opportunità”, e la parola greca “crisis” che può essere tradotta sia come “crisi” sia come “scelta”, ci insegnano che questa situazione può essere e deve essere “fonte” di opportunità, possiamo imparare e scoprire nuovi concetti e nuove caratteristiche, e possiamo scegliere come viverla, per poter trarre il meglio anche da eventi come questi.
È il tempo di migliorare.
Non abbandoniamo la speranza.
Asia Petri
Forum Giovanile Dell'Arcipelago Toscano